Matteo Salvini parla da Washington all’Europa, e lo fa da trionfatore. Il ministro dell’interno è negli USA per incontrare il vice Presidente Mike Pence e il sottosegretario di Stato Mike Pompeo, ed i confronti avuti cn entrambi sembrano aver datograndi soddisfazioni al leader della Lega.
Tra una stratta di mano istituzionale e l’altra (e intercalando qualche gaffe), Matteo Salvini emerge dagli incontri diplomatici e, nella conferenza di riepilogo sui temi trattati parla davvero di tutto: dal rapporto italiano e statunitense con Cina e Iran, all’idea di abbassare le tasse con una possibile manovra finanziaria “trumpiana”, al legame tra 80 euro e flat tax.
Usa e Italia, manovre in paradiso
Matteo Salvini descrive come florido ed estremamente positivo il rapporto tra Italia e Usa: “Il vice presidente Pence ha espresso l’auspicio di continuare a collaborare a lungo con me e il governo italiano. Abbiamo parlato di cooperazione, di aerospazio, del programma Luna 2024, aggiornamenti della Difesa”. Poi, una strizzata d’occhio a Bruxelles: “L’Italia è il paese più attendibile per gli Usa come sponda di dialogo in Europa”.
Positivo dunque il colloquio con il vice Presidente, a cui pare abbia voluto anche ricordare il valore delle amicizie di lunga data: “Mi sono permesso di ricordare che la notte dell’elezione di Trump io e il mio movimento eravamo forse gli unici in Italia che tifavamo per l’attuale presidente visto che il 99% del panorama politico era orientato altrimenti. E questo mi sembra assolutamente presente nell’amministrazione”.
Ispirarsi a Trump per l’economia
Sul lato economico, Salvini non intende cedere né sull’abbassamento delle tasse né sulla flat-tax: “Abbasseremo le tasse con le buone o… Con le buone, l’Europa se ne deve fare una ragione”. Sulla flat-tax, invece: “I soldi per la flat tax si devono trovare, al massimo rimodulando le modalità”, dichiara, chiudendo con un grande classico della politica salvinianan: “L’Italia non si accontenta più delle briciole”.
Per ridefinire le prossime manovre finanziarie, Matteo Salvini dice di potersi ispirare al modello dell’ex Tycoon: “La prossima manovra finanziaria potrebbe essere una ‘trumpiana’? Why not…”.
Insomma, i rapporti tra Italia e Usa vengono visti dal ministro degli interni in assoluta discesa. Un piccolo problema a Salvini è arrivato per via di una salita, in realtà. Anzi: una scalinata. Mentre era in compagnia dell’ambasciato Armando Verricchio, infatti, Salvini ha voluto raccontare un aneddoto del passato, mentre si trovavano davanti al Lincoln Memorial: “Una volta andammo a Wahington lì, come si chiama… alla scalinata di Rocky”. Un piccolo errore di città, come gli spiega subito Verricchio: “Ma quella è Philadelphia”. Una piccola caduta, subito recuperata dalla gentilezza dell’ambasciatore”.