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Scivolo pensioni nel Dl crescita: i requisiti per smettere di lavorare 5 anni in anticipo

Pubblicato: 18/06/2019 17:13

Il Dl crescita approvato ieri dalla Commissione Bilancio e Finanze della Camera introduce un emendamento sulle pensioni che prevede la possibilità di accedervi 5 anni prima del previsto. Però ci sono diversi requisiti cui l’azienda dovrà attenersi per poterlo applicare ai dipendenti.

Il “maxi scivolo” delle pensioni

Il Dl crescita approvato ieri stabilisce che, nell’ambito del “contratto di espansione”, le aziende con un numero di dipendenti superiore a mille che intendono avviare processi di riorganizzazione e reindustrializzazione volti a innovare la propria impresa possano decidere di mandare in pensione i propri dipendenti 5 anni in anticipo. La misura ha carattere sperimentale e verrà applicata nel 2019-2020.

I primi requisiti da rispettare riguardano dunque la dimensione in termini di organico dell’impresa e la finalità stessa con cui si decide di attivare la misura soprannominata “scivolo per le pensioni“, per questa ragione non sarà il lavoratore a scegliere di avvalersi di tale opportunità ma l’azienda. I lavoratori potranno dunque andare in pensione 5 anni prima del previsto a patto però che “si trovino a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia, che abbiano maturato il requisito minimo contributivo“.

Una misura sperimentale per le imprese che vogliono rinnovarsi

Dunque, sarebbe possibile andare in pensione prima dei 66 anni previsti dalla legge se si ha un’anzianità contributiva di 20 anni. Lo scopo della misura è quello di favorire l’innovazione tecnologica e aiutare le imprese a portare avanti “una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso“.

Si tratterebbe di un emendamento pensato per far sì che le imprese possano assumere dipendenti con competenze professionali differenti e anche conferire un’indennità di prepensionamento ai lavoratori che avrebbero dovuto attendere altri 5 anni prima di andare in pensione. Considerate le dimensioni minime di mille dipendenti che dovranno avere le aziende che decideranno di applicarlo, sembra trattarsi di una misura che riguarderà le grandi imprese.

Il dl crescita approvato ieri: cosa prevede

Nel dl crescita approvato ieri, non c’è solo questa misura sperimentale sulle pensioni. Infatti, tra gli emendamenti più rilevanti, il decreto ne introduce uno finalizzato a “salvare” i creditori di Mercatone Uno, dopo il fallimento della Shernon Holding che era proprietaria dei punti vendita e che ha lasciato a casa 1.860 dipendenti, ammettendo nel fondo per il credito per le aziende vittime di mancati pagamenti anche i liberi professionisti purché siano “parti offese in un procedimento penale pendente alla data di presentazione delle domande di accesso al fondo“. Per accadervi, invece, le imprese dovranno invece essere “in concordato preventivo con continuità“, ovvero in crisi ma determinate a raggiungere una stabilità finanziaria.

Viene anche introdotto per il 2019 un bonus per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi nuovi, anche le microcar, in cambio della rottamazione di veicoli vecchi. Grazie all’incentivo si potrà ottenere uno sconto del 30% sull’acquisto del nuovo veicolo fino a una soglia massima di 3mila euro.

Per quanto riguarda agenzie come Airbnb che fanno da intermediarie tra i proprietari di case e i turisti che le affittano per poco tempo, per le vacanze o altre finalità vengono introdotte multe fino a 5mila euro contro l’evasione fiscale sui contratti di locazione di breve durata. Inoltre, l’imposta di soggiorno per i turisti dovrà essere riscossa dalle suddette agenzie che fanno da intermediarie tra domanda e offerta immobiliare. Tra i provvedimenti più importanti c’è poi quello soprannominato “Salva Roma“: lo Stato potrà infatti acquistare un pacchetto obbligazionario emesso dal comune del valore di 1,4 miliardi.