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Valentina Pitzalis: non ci sono segni di violenza sul corpo del marito

Pubblicato: 18/06/2019 17:54

La notte del 17 aprile 2011, i vigili del fuoco irrompono in un appartamento di Bacu Abis (Sardegna) che sta andando a fuoco. Dentro, trovano due corpi a terra: uno è il cadavere di Manuel Piredda. Poco distante da lui, in gravi condizioni, c’è Valentina Pitzalis: è gravemente ustionata ma è ancora viva. Le indagini dimostreranno che Piredda voleva disperatamente tornare con la sua ex moglie, Valentina, e che la ossessionava continuamente. Fu lui, quella notte, a chiederle di raggiungerlo a Bacu Abis.

Manuel morì, Valentina rimase sfigurata

Nel rogo di quella casa in cui Piredda abitava irregolarmente, quella notte ci sono state due vittime: Valentina Pitzalis, infatti, si è salvata ma è rimasta gravemente sfigurata dal rogo. La famiglia di Manuel Piredda, però, non crede al fatto che Manuel possa aver appiccato da solo quell’incendio. Un incidente probatorio, che continuerà il prossimo 23 settembre, stabilirà se la tesi della famiglia di Piredda, ovvero che il ragazzo sia stato ucciso, ha un fondamento.

Manuel Piredda fu ritrovato dai vigili del fuoco ormai privo di vita: era in posizione fetale sul pavimento, con dei guanti di gomma alle mani e uno straccio imbevuto di benzina ai suoi piedi. Poco lontano, ormai fusa dal calore, c’era una bacinella rossa che poteva contenere acqua. Valentina Pitzalis ha raccontato agli inquirenti che sarebbe stato Piredda ad appiccare il fuoco, inizialmente cercando di dare fuoco a lei e poi diventando vittima lui stesso dell’incendio. Roberta Mamusa, madre di Manuel, da anni conduce una battaglia per sostenere che Manuel fosse stato ucciso.

Le perizie dei medici legali

I periti che hanno discusso e portato le relative conclusioni nelle udienze per l’incidente probatorio, e che stanno avendo luogo da inizio hanno, hanno dimostrato che sul corpo di Manuel non ci sono segni di violenza: non c’è rottura del cranio, come sosteneva Roberta Mamusa inizialmente, né segni di lotta sul corpo di suo figlio. I periti dell’accusa continuano però a sostenere che Manuel sia morto prima del rogo per soffocamento indotto, e che quindi non sia morto nell’incendio. Fra qualche mese, si scoprirà se ci sono gli elementi per formulare un’accusa nei confronti di Valentina Pitzalis, contro la quale la famiglia di Manuel Piredda porta avanti una battaglia senza sosta da tempo. Valentina Pitzalis ha fondato un ‘associazione, Un sorriso per Vale, per sostenere le sue cure e i suoi progetti di informazione nelle scuole.