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Massacro del Circeo: il giorno in cui i “ragazzi per bene” si rivelarono dei mostri

Pubblicato: 21/06/2019 17:38

Sono passati oramai oltre 40 anni da uno dei delitti che più ha scosso il nostro paese: il Massacro del Circeo, eppure la memoria di quell’evento infausto continua a far venire i brividi a molti di noi, tanto che la casa produttrice Cattleya ha deciso di farne addirittura una serie TV, in uscita tra la primavera e l’autunno del 2020. Lo ha svelato ad Il Messaggero Umberto Tozzi, già produttore di Gomorra e Suburra.

Il racconto del delitto

Ci troviamo a Roma, in un giorno come tanti del lontano 29 Settembre 1975. Due ragazze di modeste origini, Maria Rosaria Lopez (19 anni, barista) e Donatella Colasanti (17 anni, studentessa), conoscono ad un bar dell’EUR due giovani poco più che ventenni della Roma bene, rampolli di rispettabili ed agiate famiglie: Giovanni “Gianni” Guido e Angelo Izzo. Le ragazze ignoravano che Guido, insieme all’amico Andrea Ghira, si era già macchiato dei crimini di rapina a mano armata e stupro, per i quali aveva scontato 20 mesi in carcere.

L’orrore nella villa

I ragazzi invitano quindi le due giovani ad andare con loro ad una festa il giorno successivo, le quali, ignare di tutto, accettano. Appena in macchina, però, i due iniziano a fare avances sessuali alle donne, minacciandole perfino con una pistola. È l’inizio della tragedia. Le due vittime vengono condotte nella villa di Ghira, al Circeo, dove saranno seviziate, abusate, drogate e massacrate fino al giorno successivo. La Lopez muore, mentre Donatella Colasanti, capita la situazione, si finge morta. I tre aguzzini, subito dopo, caricano quindi i loro corpi su una macchina, con la quale tornano a Roma. Non prima però di essersi tranquillamente fermati a cenare in un locale vicino, attaccando per altro rissa con un gruppo di militanti comunisti che si trovavano li per caso.

Angelo Izzo sorridente nella foto, ormai storica, scattata in occasione del suo arresto per i fatti del Circeo. Credits: Ansa
Angelo Izzo sorridente nella foto, ormai storica, scattata in occasione del suo arresto per i fatti del Circeo. Credits: Ansa

La liberazione della ragazza

Tornati in città i massacratori del Circeo fanno un errore: parcheggiano la macchina e si allontanano. La Colasanti, accortasi di essere sola, si mette ad urlare e chiedere aiuto. Per sua fortuna un metronotte che passava di lì sente le sue grida e, afferrata la radio, contatta i carabinieri pronunciando le parole, diventate poi celebri: “Cigno, cigno… c’è un gatto che miagola dentro una 127 in viale Pola”.

Un fotoreporter capta il segnale in codice e intuisce che qualcosa stava accadendo. Si reca quindi sul posto e riuscì a scattare la celebre foto dei poliziotti che aprivano il baule del veicolo, liberando finalmente la ragazza.

Il famoso processo

Il giorno successivo, Gianni Guido ed Angelo Izzo furono arrestati ed iniziò il processo per quello che da allora in poi fu conosciuto come “il massacro del Circeo”. Andrea Ghira riuscì invece a fuggire in Spagna. Tutti e tre furono condannati all‘ergastolo, sentenza successivamente ridotta a 30 anni.

Gianni Guido ed Angelo Izzo durante il processo
Gianni Guido ed Angelo Izzo durante il processo Fonte/Wikipedia

Gianni Guido riuscì successivamente a fuggire ben 2 volte, una in Italia e due anni dopo a Buenos Aires, nel 1985. Fu finalmente ricatturato a Panama nel 1994, dove si era rifatto una vita come commerciante d’auto. Tornato in patria, sconto appena 14 anni di carcere, uscendo grazie all’indulto nel 2008. È attualmente in libertà.

Anche Izzo fu rilasciato nel 2004, ma un anno dopo rapì e uccise due donne, figlie di un suo compagno di prigione. Il fatto scatenò un grande clamore pubblico e costò a Izzo la sentenza all’ergastolo, che sta tutt’ora scontando.

Il mistero sul cadavere di Andrea Ghira

Andrea Ghira invece non fu mai consegnato alla giustizia. Scappò infatti in Spagna dove si arruolò nella legione straniera, dalla quale venne espulso per abuso di droghe. Pare quindi che morì per overdose nel 1994, anche se recentemente sono sorti dei dubbi sulla perizia del suo presunto cadavere, il quale potrebbe invece appartenere ad un parente. Negli anni, sono stati molteplici i suoi presunti avvistamenti, segnalati in varie parti del mondo: Brasile, Sudafrica, Kenya e addirittura a Roma.

Izzo: avevamo già ucciso

Rossella Corazzin ed Angelo Izzo
Rossella Corazzin, scomparsa ed uccisa nel 1975, ed Angelo Izzo, in una foto recente (Fonte/Ansa)

Nel corso degli anni Izzo ha confessato più volte fatti riguardanti diversi altri casi simili. Bisogna pensare al contesto, eravamo nel pieno degli anni di piombo, solo nel 1975 in Italia furono commessi 11mila stupri.

Secondo Izzo, lui e gli altri due membri del Massacro del Circeo, avevano già rapito ed ucciso una ragazza pochi mesi prima. Stando ai suoi racconti si tratterebbe di Rossella Corazzin, 17enne friulana scomparsa nel nulla durante una gita nei boschi con i genitori. Oggi Izzo confessa che la ragazza fu scelta perché vergine, quindi rapita e stuprata da 10 uomini come parte di un rito religioso.

Se il fatto si rivelasse vero, vorrebbe dire che il Massacro del Circeo sarebbe dunque parte di un delitto seriale.

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2019 23:43