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Viagra per le donne: via libera al farmaco contro il calo del desiderio

Pubblicato: 26/06/2019 18:39

Si chiama Vyleesi la nuova frontiera farmacologica contro il calo del desiderio in premenopausa. Si tratta di un medicinale pensato per l’universo femminile, comunemente noto come ‘Viagra’ per donne, appena approvato dalla Fda (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di alimenti e farmaci). I test che hanno preceduto il definitivo via libera avrebbero dato esiti confortanti: l’aumento della libido sarebbe di 1,2 punti su 6 per una donna su 4.

Cos’è Vyleesi, il Viagra femminile

Lo scopo del farmaco Vyleesi – prodotto da Palatin technologies e distribuito da AMAG Pharmaceuticals nel solo territorio degli Stati Uniti – è quello di contrastare il calo della libido nelle donne in premenopausa.

Il Viagra rosa ha superato i test e il via libera della Fda ha aperto a un nuovo orizzonte nel trattamento di un problema comune come il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo. Si tratta della riduzione dell’interesse fino all’azzeramento della fisiologica attività, ed è osservato in molte donne nella fase per cui il Vyleesi potrà essere prescritto.

È destinato alle pazienti in cui il calo della libido non è ascrivibile a pregressi stati patologici di natura fisica o psicologica, e agisce tramite il principio attivo bremelanotide. Quest’ultimo va ad attivare alcuni recettori cerebrali coinvolti nel bilanciamento del desiderio sessuale.

Niente compresse

Il Viagra per le donne non sarà venduto in compresse ma dovrà essere somministrato tramite una penna auto-iniettante, 45 minuti prima del rapporto, e le iniezioni vanno fatte su coscia o addome.

Fda ne sconsiglia l’utilizzo per oltre 8 volte nell’arco di un mese, ma le aspettative sul farmaco sarebbero davvero importanti. Le donne affette da questo disturbo sarebbero circa 6 milioni, e sono ancora poche le pazienti consapevoli della necessità di un trattamento.

L’ottimismo si basa sull’esito dei test clinici sfociati nel via libera al Vyleesi che, sul campione di donne trattato, hanno dimostrato efficacia per il 25% dei soggetti coinvolti. La sorte sembra diversa da quella di un altro farmaco, il Flibanserin, che nel 2015 è finito nell’arena di un aspro dibattito.

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