A Hong Kong impazzano le proteste contro la legge sull’estradizione in Cina ritenuta in grado di minare l’indipendenza giurisdizionale dell’area che ha lo status di regione amministrativa speciale. Oggi, nell’anniversario del passaggio dalla Gran Bretagna alla Cina, i manifestanti sono scesi di nuovo in piazza e, deviando il corteo, si sono diretti verso il Parlamento facendo irruzione.
Manifestanti dentro il Parlamento ad Hong Kong
Con dei grossi tubi d’acciaio e carrelli di ferro, i manifestanti sono riusciti a forzare l’ingresso del Parlamento e a introdursi al suo interno, raggiungendo l’edificio centrale della sede governativa.
Hong Kong protesters have broken in to the heart of the city’s government, the Legislative Council, by wrenching open a metal shutter at the entrance.
Latest updates from the protests: https://t.co/csRwnugnYN pic.twitter.com/5d2ps1bUAE
— CNN International (@cnni) July 1, 2019
Gli agenti hanno risposto alle proteste lanciando lacrimogeni per disperdere i manifestanti e usando spray al peperoncino, ma la folla non si è scoraggiata rispondendo con il lancio di uova e opponendo resistenza. La polizia ha adesso innalzato sulla sede del Parlamento la bandiera rossa che simboleggia il livello massimo di allerta, la “red alert”, che comporta l’evacuazione immediata delle persone dall’edificio. Durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sarebbero almeno 13 gli agenti rimasti feriti, mentre il numero dei manifestanti che sono rimasti feriti è ignoto.
JUST IN: Protesters have defaced Hong Kong’s emblem and hung out the British colonial-era flag in Hong Kong’s government headquarters.
Demonstrators have stormed the Legislative Council building in a dramatic day of unrest in the city https://t.co/JoJOS5uJm8 pic.twitter.com/5OVa5P1J7z
— CNN International (@cnni) July 1, 2019
Le ragioni della protesta
Dopo le proteste del 12 giugno che erano state classificate come “rivolta”, Hong Kong è tornata in piazza per ribadire il suo dissenso verso la legge sull’estradizione in Cina che, secondo chi protesta, minerebbe quell’autonomia in campo giuridico tanto preziosa per la regione.
Se da un lato, c’è la Cina che reputa di essere messa in pericolo da questa autonomia che ritiene in grado di far sì che Hong Kong rappresenti una sorta di “zona franca” per chi viola la legge, dall’altro, la società civile di Hong Kong teme che questa legge rappresenti una sorta di intrusione in quella sfera d’indipendenza giurisdizionale che le ha permesso di tenersi lontana dalle derive autoritarie della Cina e di promuovere il proprio sviluppo economico, anche se a fatica, come dimostrano le ondate di protesta del 2014 e quelle del 2017. Questa autonomia preservata negli anni successivi al passaggio dalla Gran Bretagna alla Cina, è sancita anche dallo status stesso di Hong Kong, “regione amministrativa speciale” della Cina.