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Omicidio Sara Di Pietrantonio: condannato di nuovo Vincenzo Paduano

Pubblicato: 04/07/2019 10:33

Vincenzo Paduano è stato nuovamente giudicato in tribunale. Questa volta il processo non s’incentrava sull’uccisione della sua ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio, ma sulla distruzione dell’auto della sua vittima.

Paduano, nel 2016, ha infatti ucciso la sua ex, la 22enne Sara, strangolandola. Poi, mentre lei era semincosciente, le ha dato fuoco dando poi fuoco anche alla sua macchina. Attualmente, Paduano sta scontando una pena di 30 anni per l’omicidio della ragazza. l’uomo è stato condannato per omicidio pluriaggravato e stalking.

Lui voleva che lei fosse solo sua

Vincenzo Paduano non era altro che un fidanzato che non voleva rassegnarsi alla fine di un amore e che ha deciso di vendicarsi nel peggiore dei modi, proprio sull’oggetto delle sue attenzioni ed ossessioni. Sara e Vincenzo si erano lasciati da un po’ di tempo, e lei aveva anche cominciato a frequentare un altro ragazzo. Paduano, la sera del 29 maggio 2016, l’ha seguita dopo che lei si era vista con il nuovo ragazzo: lungo la strada della Magliana ha speronato la sua macchina, bloccandola: poi, i due hanno avuto un diverbio e la ragazza, capendo quanto stava accadendo, aveva provato a fuggire. A nulla sono valsi i suo tentativi: Paduano l’ha raggiunta e strangolata. Dopodiché, le ha dato fuoco, trasformando in un rogo anche la sua macchina.

Una confessione con un dubbio pentimento

Vincenzo Paduano, davanti all’evidenza delle prove, aveva confessato di aver ucciso l’ex fidanzata in preda a un raptus. In primo grado, il giovane aveva ottenuto la condanna all’ergastolo, poi ridotta in appello a 30 anni di carcere. Una sentenza della cassazione ha annullato la decisione della corte d’appello, e dovrebbe presto cominciare un appello bis. La tesi dell’omicidio in preda al raptus è decaduta velocemente nel corso delle indagini: Paduano, prima dell’omicidio, aveva più volte minacciato sia Sara che il suo nuovo fidanzato, e la sera dell’omicidio aveva messo in atto un vero e proprio appostamento nell’intento di poter rimanere da solo con la giovane. Durante un interrogatorio Paduano stesso si era definito “persona ossessiva, impulsiva, paranoica e con problemi di fiducia”.