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Yara, la vedova di Guerinoni difende Bossetti: “Un giorno la verità salterà fuori”

Pubblicato: 04/07/2019 11:47

Laura Poli, vedova di Giuseppe Guerinoni, ha una certezza: Massimo Bossetti non è il figlio del suo defunto marito. Intervistata da Oggi, la donna dice con forza anche qualcos’altro: Bossetti è stato coinvolto suo malgrado ma in verità non ha colpe.

La donna, dopo anni di silenzio, ha riportato ai giornali “la sua verità” ed è seriamente convinta che Massimo Bossetti sia innocente e che l’intera vicenda sia stata strumentalizzata.

Laura Poli e la tesi innocentista

Quando a distanza di diverso tempo dal ritrovamento del corpo di Yara, Massimo Bossetti fu incriminato, fu uno shock. Il muratore padre di famiglia e marito esemplare poteva davvero essere il mostro che aveva preso una ragazzina, l’aveva aggredita e poi davanti alla sua fuga, l’aveva brutalmente uccisa?

La famiglia di Massimo Bossetti ha sempre sostenuto l’innocenza dell’uomo. Laura Poli non conosce particolarmente bene l’uomo, la dichiara di dubitare che sia legato a suo marito in qualche modo: “Mio marito lo conoscevo troppo bene. Non ha lasciato figli in giro. Mi sarei accorta se mi avesse nascosto qualcosa”.

Bossetti? “Mi fa pena”

Su Massimo Bossetti, in particolare, dice: “Un povero disgraziato. Mi fa pena. Vorrei guardarlo negli occhi e parlargli. Un giorno la verità salterà fuori. Temo che sia diversa da quella che ci hanno raccontato”. Perché, allora, il muratore di Mapello sarebbe stato coinvolto? Dice Laura Poli: “Siamo stati utilizzati perché qualcuno potesse coprirsi di gloria e di riconoscimenti. E qualcuno non ha fatto onore alla sua professione”.

Negli anni, massimo rossetti ha più volte ribadito la sua innocenza. Marco Oliva, conduttore di Iceberg su TeleLombardia, è uno dei giornalisti che ha seguito il caso da vicino e l’unico che abbia avuto contatti epistolari con Bossetti. A Il Sussidiario ha commentato così le parole della Poli: “Se la signora dopo tutti questi anni ritiene che Bossetti sia stato ingiustamente coinvolto così come la sua famiglia, è opportuno anche se in ritardo che dica quello che sa. E’ inutile parlare per allusioni e non aver mai detto nulla riguardo la sua famiglia. Durante il processo si è provato più volte a chiederle cosa fosse accaduto, che cosa sapesse, ma si è guardata dal raccontare cosa sappia di tutta la faccenda”.