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Pamplona: retroscena e tradizione della pericolosa corsa dei tori

Pubblicato: 10/07/2019 18:20

Come ogni anno ha avuto inizio il 6 luglio scorso la tradizionale festa di San Firmino, celebrata puntualmente nella capitale della regione spagnola di Navarra, Pamplona. E come sempre, fioccano sui social le immagini impressionanti della classica “corsa dei tori”, particolarmente pericolosa per gli uomini e per gli animali.

La corsa dei tori ha tradizione medievale

I festeggiamenti iniziano, da rigore, il 6 luglio di ogni anno e si protraggono sino al 14 luglio: tanta adrenalina, feriti e talvolta anche morti. Una tradizione che affonda le sue radici nel medioevo, nata nella Navarra in occasione della fine delle fiere commerciali. In realtà, come spesso accade la festa nasce da un ribaltamento: nel medioevo infatti, i pastori che si radunavano intorno a Pamplona, per le praterie della Navarra, si avvicinavano alla città poco prima dei festeggiamenti insieme ai loro tori che avrebbero dovuto poi prendere parte alla corrida.

Il rovesciamento

Nell’avvicinarsi dai campi al luogo della corrida, i pastori percorrevano le vie della città in compagnia dei loro tori facendosi aiutare dai presenti per le strade a trattenere gli animali, chiudendoli nei recinti all’aperto. Da qui anche il nome “encierros“, che tradotto letteralmente significa “chiusi”. Col passare degli anni, la tradizionale camminata verso la plaza de toros dove si celebrava poi la corrida cercando di contenere i tori, si trasformò e dal camminargli dietro, controllandoli, a camminargli davanti, facendosi propriamente inseguire e ciò diventò una tradizione che si trascina ormai da centinaia di anni ed ogni corsa quotidiana si chiama, per l’appunto, encierros. Per 7 giorni consecutivi, alle 8 del mattino i tori vengono liberati tra le urla della folla accorsa consapevole di mettersi , in qualche modo, in pericolo.

La corsa spericolata tra le vie di Pamplona

L’adrenalina dei partecipanti consiste proprio nel correre di fronte ai tori, sperando di essere più veloci e capaci soprattutto di schivare le loro incornate scansandoli al momento giusto. A fine e inizio encierros, da tradizione, si segnala il tutto con l’esplosione di alcuni razzi. La corsa dei tori, per quanto affondi le sue radici nel passato e sia ormai conosciuta come tale sin dal 1867, anno della sua “ufficiale” regolarizzazione, ogni anno presenta le sue criticità divenendo conosciuta sempre più per essere pericolosa, talvolta mortale.

Circa 1300 morti in 40 anni, 16 morti

Le insidie, durante la folle corsa dei tori, sono moltissime. Al di là della pericolosità dei tori, è da considerarsi come fattore di rischio la spericolatezza dei presenti in preda all’adrenalina e a volte, all’ubriachezza. La corsa dei tori, per quanto tradizionale, non cela infatti il suo lato tragico: dal 1910 al 2009, sono 16 le persone che hanno perso la vita durante l’encierros. Ma nonostante la pericolosità, la tradizione sembra essere sempre più forte e destinata a non morire. Ancor più alto i numeri dei feriti che negli ultimi 40 anni sarebbero stati più di 1300. C’è chi cade, chi viene incornato, chi viene spintonato o travolto dalla corsa.

Le annuali proteste degli animalisti

Negli anni è cresciuta fortemente e in tutto il mondo, l’ala degli oppositori alla tradizione, tema ormai da anni puntualmente al centro del dibattito pubblico. Tantissime negli anni le manifestazioni degli animalisti che sono ricorsi ai mezzi più espliciti per porre fine ad una tradizione che puntualmente mette a rischio la vita dei partecipanti e dei tori.

Anche quest’anno, poco prima del lancio del chupinazo, ovvero il lancio del razzo che annuncio l’inizio della festa, decine di protestanti animalisti sempre nudi si sarebbero sdraiati a terra all’interno di una “scena del crimine” in segno di disapprovazione verso una tradizione di “gratuità crudeltà“, a simboleggiare i corpi dei tori dopo essere uccisi dai matadores. Si tratta in particolare degli attivisti Peta – People for the Ethical Treatment of Animals – e della AnimaNaturalis che da tempo chiedono l’abolizione della corrida e che sono tornati in strada proprio a ridosso dei festeggiamenti per San Firmino, a Pamplona.

L’ultima corsa, il bollettino: 5 feriti

L’ultimo bollettino di guerra dell’attuale corsa dei tori, al momento riporta la notizia di 5 feriti in 4 giorni. Di questi, uno sarebbe in gravi condizioni. Due uomini, come riportato da El Mundo, avrebbero subito un grave trauma cranico dopo essere stati travolti dai tori in corsa mentre un terzo uomo sarebbe stato invece brutalmente incornato ad una gamba ma non sarebbe grave.