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Francesco Bellomo e il Bunga Bunga: le parole di un’ex allieva

Pubblicato: 10/07/2019 12:27

Si è aperto il “vaso di Pandora” dopo l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari notificata all’ex magistrato del Consiglio di Stato Francesco Bellomo accusato di maltrattamenti nei confronti di 4 donne, 3 borsiste e una ricercatrice, ed estorsione aggravata verso un’altra donna, una corsista della Scuola di Formazione per diventare magistrati in cui l’uomo teneva diversi corsi. Emergono, infatti, i soprusi che l’uomo avrebbe messo in atto, negli scambi di messaggi tra le sue vittime e i loro parenti, le loro amiche, tra l’ex magistrato e le ragazze che avrebbe costretto a sottomettersi alle sue richieste (tacco 12 e minigonna, rispondere al telefono entro il terzo squillo, non uscire la sera, ecc.) in cambio di una carriera nella magistratura.

Il bunga bunga 2015

Come si legge su Il Messaggero, una delle presunte vittime di Francesco Bellomo rivolgendosi a sua sorella parla del suo contratto da borsista e lo definisce “di schiavitù sessuale“. La definizione ben sintetizzerebbe gli aspetti rilevanti dal punto di vista giudiziario del comportamento dell’ex magistrato verso le allieve. La sottomissione psicologica cui le studentesse della Scuola di Formazione per diventare magistrati che seguivano i suoi corsi sarebbero state indotte emergerebbe anche da altri messaggi.

Stando a quanto emerso dalle indagini condotte dagli inquirenti sullo “scandalo dress code”, come è stato soprannominato, l’ex magistrato avrebbe preteso di vedere le sue allieve molto truccate, in minigonna e con tacchi a spillo. Ma le pretese potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg. Da un sms che l’ex magistrato Francesco Bellomo avrebbe inviato ad una delle sue vittime sembrerebbero emergere anche altri atteggiamenti vessatori: “Non è normale che rientri a mezzanotte, la fiducia con te è sprecata, addio uscite serali e il resto. Questo significa avere accanto un animale, perché tu sei così. Gli animali non conoscono dispiacere, è l’ennesima riprova del tuo Dna malato. Agisci come un selvaggio, ignorando le regole. E mentre attendevo che ti facessi viva mi sono fatto una lesione al pettorale, perché ho perso la concentrazione“.

Un’altra delle sue presunte vittime dopo essere stata espulsa dalla scuola, avrebbe ammesso in un messaggio inviato ad un’amica: “Mi vergogno molto per essermi fatta abbindolare. Sento che hanno ancora presa su di me e non voglio cascarci. Sono malati. Se saltasse fuori la storia sarebbe il bunga bunga 2015“.

La vicenda giudiziaria partita grazie al padre di una vittima

A far venire alla luce i presunti soprusi perpetrati dall’ex magistrato Francesco Bellomo è stata la denuncia del padre di una delle sue ex allieve, nel 2016. Dopo quella prima denuncia, ne seguirono altre 8 e la Procura di Bari aprì un fascicolo d’indagine. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha stabilito che Francesco Bellomo dovrà stare ai domiciliari in attesa del processo.

L’ex Consigliere di Stato respinge tutte le accuse, nelle parole dei suoi avvocati, Beniamino Migliucci e Gianluca D’Oria: “Il dottor Bellomo nega, nel modo più reciso, di aver mai posto in essere le condotte che gli vengono addebitate, peraltro sulla scorta di elementi acquisiti più di un anno fa e riferibili a fatti risalenti nel tempo“.

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2019 12:28