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Caso Ragusa, parla l’avvocato di Logli: “Credevamo molto nel lavoro fatto”

Pubblicato: 12/07/2019 10:13

C’è grande incredulità, nella famiglia di Antonio Logli, per la sentenza che ha condannato in via definitiva il marito di Roberta Ragusa a 20 anni di detenzione, per i reati di omicidio e distruzione di cadavere. Logli è stato descritto come “disperato” dal suo avvocato, così come lo sono Sara Calzolaio, la compagna dell’uomo, e i due figli Alessia e Daniele.

Il continuo pensiero ai figli

Roberto Cavani, avvocato di Antonio Logli, ha riportato durante l’ultima puntata di Quarto Grado quali sono state le prime reazioni di Logli: “Antonio ritiene la sentenza ingiusta. Pensa ai figli, pensa a loro, che non hanno una madre e ora non hanno neanche un padre. Bisogna andare avanti a testa alta giorno per giorno. Antonio è una persona forte, in tutti questi anni ha cercato di guardare avanti”.

Negli ultimi anni, i legali dell’uomo e la sua famiglia avevano riposto molta fiducia nella Cassazione: “È chiaro che quando abbiamo presentato il ricorso in Cassazione credevamo molto nel lavoro che avevamo fatto. Leggeremo la sentenza e valuteremo ciò che dice”. Ora, il pensiero va ad Antonio Logli, ai figli e alla compagna: “Da domani penseremo ad Antonio e alla sua famiglia. Noi possiamo solo cercare la verità oltre quello che viene detto dalle carte”.

Carlo Taormina interviene sulla questione

Del caso si è interessato anche l’avvocato Carlo Taormina, noto per essere stato il difensore di Silvio Berlusconi e, in ambito di cronaca giudiziaria, di Anna Maria Franzoni. Il legale ha affidato le sue parole a Il Sussidiario, sottolineando come il fulcro di questo caso sia la mancanza di un corpo: “Tutto il sistema di accusa è basato su alcune testimonianze, in particolare quella del giostraio Loris Gozi, quest’ultima mi pare francamente abbastanza poco per poter dire che sia stata fondamentale”. E aggiunge:Manca, appunto, quella prova positiva anche indiziaria che è alla base del nostro ordinamento legale, una cosa che personalmente definisco aberrante”.

Non sono state infatti mai trovate prove schiaccianti della colpevolezza di Antonio Logli e, non essendoci un corpo, si può solo “non escludere” una colpevolezza: “Ci si è basati ancora una volta sulla base del ‘non potersi escludere che’, in questo caso che ‘il Logli non si può escludere sia colpevole’. Data la situazione complessiva e la mancanza di ragioni utili a dire che cosa possa essere successo ecco che si arriva a sentenze come quella di ieri sera”.

Ascoltato dal garante dei detenuti di Livorno

Il garante dei detenuti di Livorno, Giovanni De Peppo, ha dichiarato ad Ansa di aver parlato con Logli, da ieri detenuto al carcere Le Sugare: “Ho parlato con lui ieri sera senza entrare nel merito della sua vicenda giudiziaria e gli ho illustrato la funzione del garante. Lui ha ascoltato e mi ha ringraziato. In questa prima fase ovviamente è tenuto sotto costante osservazione trattandosi di una persona che non conosce questo contesto e che quindi potrebbe essere, come è naturale, traumatizzato da quanto sta passando”