Katia Ricciarelli, ospite di Pierluigi Diaco durante la trasmissione Io e te, in onda su Rai1, ha raccontato retroscena e aneddoti sulla sua carriera e sulla sua vita privata, con il solito approccio schietto e sincero che la contraddistingue.
Katia Ricciarelli senza veli
“Un personaggio pubblico non può nascondere più di tanto – ha dichiarato la signora della lirica italiana – Tante cose sulla mia persona, sulla mia vita, sul mio passato, di quello che ho sofferto quando ero ragazzina si sanno, non le puoi nascondere”. La cantante non si è mai negata dal raccontare delle sue origini umili e della sua famiglia, ma, come lei stessa dice: “Le altre cose cerco di tenerle per me. Poi è chiaro che se ti sposi con Pippo Baudo lo sanno tutti“.
Cantando nelle carceri
Non sempre sono state rose e fiori nella vita di Katia, come quando, ancora bambina, aveva iniziato a cantare in luoghi anche anomali, carceri e circhi equestri, pur di coltivare la propria passione e portare a casa un po’ di soldi.
La madre, di cui nutre un bellissimo ricordo, aveva dovuto dedicarsi a lavori molto umili per sostenere le figlie, dopo essere stata abbandonata dal marito partito volontario per la campagna di Russia: “Non è vero che cantavo nelle balere – racconta Katia a proposito degli inizi – cantavo nelle galere, cioè in carcere“.
Le avances del marito della Callas
Uno degli episodi più divertenti è invece legato al ricordo di Giovanni Battista Meneghini, il marito di Maria Callas, che dopo la fine della relazione con la celebre diva si era interessato a Katia non solo professionalmente, ma anche sentimentalmente: “Una volta sono andata nel suo paese, sul lago di Garda, e mentre mi accompagnava a casa in macchina, vedevo che mi portava da un’altra parte. Si è fermato davanti al cimitero e mi ha chiamata Maria“. La Ricciarelli racconta l’episodio con il sorriso, confessando di essere poi scappata a gambe levate.
La solitudine
La grande artista, infine, non ha paura di confrontarsi con il tema della solitudine che, per lei, non ha necessariamente una connotazione negativa: “Per me è fondamentale. Io ci sto bene da sola. Ho tantissime cose a cui pensare. Quando sono sola riesco anche a creare moltissimo – ammette con sincerità la Ricciarelli – Certo qualche volta soffri, perché avresti anche necessità di avere una persona, un amico o un’amica con la quale parlare in quel momento“.
(Immagine in alto: Rai)