Dal virtuale al reale: il rapporto tra Angelica Cormaci (24 anni) e Patrizia Armellin (45 anni) era nato su Second Life, dove le due risultavano essere “mamma e figlia”, e poi si erano avvicinate nella vita fino ad andare a vivere insieme. Finché, qualche giorno fa, le due avrebbero insieme ucciso il marito della Armellin, bastonato e soffocato con un cuscino. Le due avrebbero giustificato l’atto omicida parlando di legittima difesa, ma sono diversi gli elementi che inquietano ed insospettiscono gli inquirenti.
Erano mamma e figlia nella realtà virtuale
All’interno di Second Life (mondo virtuale in cui si può interpretare qualunque ruolo ed interagire con le altre persone-avatar) Patrizia Armellin era la “mamma” di Angelica Cormaci, che nel gioco fingeva di essere una bambina di 3 anni. Le due si erano conosciute online e poi, erano finite a vivere insieme. Angelica aveva infatti raggiunto in Sicilia la sua madre virtuale per sostenerla ed aiutarla in occasione di una convalescenza chirurgica: Armellin, dal canto suo, viveva con il marito Paolo Vaj. La coppia aveva avuto alcuni problemi economici, e probabilmente il loro rapporto ha anche vissuto un contraccolpo per via della convivenza inaspettata con la 24enne.
Il racconto dell’omicidio è fornito proprio dalle due donne, che dichiarano di aver colpito e poi ucciso l’uomo per difesa. Angelica Cormaci avrebbe detto di aver ucciso l’uomo “per difendere mami”. Le due hanno infatti raccontato che l’uomo avrebbe avuto uno scatto violento di rabbia perché aveva chiesto di essere accompagnato al bar per poter bere (a lui era stata ritirata la patente per guida in stato d’ebrezza): davanti al rifiuto della moglie, secondo il racconto, l’uomo avrebbe reagito cercando di aggredirla e a quel punto la Armellin l’avrebbe colpito e tramortito con un bastone. Subito dopo la Cormaci avrebbe preso un cuscino e l’avrebbe soffocato.
L’autopsia permetterà di avere qualche dettaglio in più sulla morte della donna. Il rapporto tra le due donne, invece, sarà probabilmente esaminato con perizia psichiatrica.
Ora sono in carcere
Il sostituto procuratore Davide Romanelli ha chiesto per le due donne la custodia cautelare ila carcere. Si sospetta che a influire sull’atto omicida sia stato il rapporto presuntivamente patologico tra le due, che verrà infatti vagliato dagli inquirenti. Le due al momento si trovano nel carcere della Giudecca, a Venezia.