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Omicidio Gabriel, i risultati dell’autopsia: soffocato in 10 minuti

Pubblicato: 24/07/2019 11:09

Sono passati già 3 mesi da quel terribile 17 aprile, giorno in cui il piccolo Gabriel Feroleto, di appena 2 anni, è stato ucciso, presumibilmente, dai genitori, Nicola Feroleto e Donatella Di Bona

Sebbene nella fase iniziale delle indagini gli inquirenti avessero ritenuto che il bimbo fosse morto soffocato e, qualche mese più tardi, fossero state rinvenute delle tracce ematiche nel suo lettino, ora spunta un nuovo dettaglio

Gabriel ucciso dall’asfissia meccanica

A causa delle varie contraddizioni nelle versioni dei fatti fornite dai genitori, la Procura, guidata dal pm Valentina Maisto, ha immediatamente disposto gli esami sul corpo di Gabriel. Pertanto, nella giornata di venerdì scorso, sono stati depositati i risultati dell’autopsia

I due medici legali incaricati, Margiotta e Manciocchi, hanno confermato la causa della morte. Il bambino sarebbe morto a causa di un’asfissia meccanica.

Il Dizionario della Salute definisce l’asfissia meccanica come “un’interruzione degli scambi respiratori che può attuarsi con differenti meccanismi: per occlusione degli orifizi respiratori (soffocamento), per occlusione delle prime vie aeree (strozzamento, strangolamento, impiccamento, intasamento), per occlusione delle basse vie aeree (annegamento, aspirazione di sangue o di altri liquidi), per compressione del torace (morte tra la folla), per mancanza o povertà di ossigeno nell’ambiente (asfissia da confinamento o da seppellimento, sostituzione dell’ossigeno con gas inerti)”. 

La lunga agonia

In particolare, l’autopsia ha evidenziato dei dettagli inquietanti. Secondo i medici legali, Gabriel Feroleto sarebbe stato ucciso con una mano che gli ha chiuso, nello stesso momento, la bocca e il naso. Pertanto, si ritiene che la morte del piccolo sia avvenuta lentamente, in circa 10 minuti

Inoltre, l’omicidio sarebbe avvenuto tra le 4 e le 7 ore precedenti al ritrovamento del bimbo (avvenuto attorno alle ore 20), quindi tra le ore 13 e le 16 di quel 17 aprile. 

I genitori restano in carcere

Nel frattempo, entrambi i genitori del bambino restano in carcere. La mamma, la 29enne Donatella di Bona, si trova nella sezione femminile del carcere di Rebibbia, assistita dagli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero assieme al criminologo Carmelo Lavorino. 

Il padre, il 48enne Nicola Feroleto, è nel carcere di Cassino, assistito dall’avvocato Luigi D’Anna e dalla criminologa Roberta Bruzzone.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2019 11:41