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Bibbiano, gli indagati sapevano di essere intercettati?

Pubblicato: 26/07/2019 13:19

Ormai, nella zona di Bibbiano e limitrofi, è caccia al mostro. Mentre le carte rimangono ancora abbondantemente secretate, nella provincia di Reggio Emilia i volti degli indagati finiscono addirittura sulle vetrine dei negozi, mentre vip e politici urlano allo scandalo e chiedono “giustizia per i nostri figli”.

Niente è ancora deciso e confermato, ma la ghigliottina dell’opinione pubblica è già scesa sulle teste degli indagati. E, mentre la loro reputazione rimane appesa a un filo, non aiuta una nuova rivelazione sul presunto modus operandi messo in atto in fase d’indagini, quando i coinvolti si resero conto dei rischi che stavano correndo.

Cercarono di modificare la situazione

A parlarne è Il Giornale: il fatto sarebbe accaduto quando psicologi e psicoterapeuti hanno cominciato ad accorgersi che le indagini vertevano su di loro, e di quanto erano gravi le conseguenze all’orizzonte. Secondo quanto riportato da Il Giornale fu Federica Anghinolfi (attualmente ai domiciliari), a decidere per prima di fare qualcosa per “ripulire la situazione” chiedendo un intervento da parte del Garante per l’Infanzia, come a voler chiedere un’assistenza superiore. Un gesto che avrebbe voluto servire a legittimare un atteggiamento pro bambini. Allo stesso tempo, ci sarebbe motivo di pensare che lei e le altre persone indagate sapessero di essere intercettate e che abbiano cercato di nascondere alcune informazioni: ad esempio il Giornale riporta che la Anghinolfi e Cinzia Prudente, una degli affidatari, avrebbero parlato al telefono cercando di rassicurarsi sugli apparecchi che stavano usando, e ricordandosi di chiamare sempre “da fisso a fisso”.

L’ordinanza cautelare dichiarerebbe infatti: “È appurato tramite le intercettazioni telefoniche che, una volta appreso della esistenza delle indagini, maturò all’interno del gruppo degli indagati il “progetto” di regolarizzare la situazione originariamente illegittima”.

I mostri appesi in vetrina

Intanto, nel cremonese, un bar di provincia ha deciso di prendere una posizione molto esplicita nei confronti dell’inchiesta Angeli e Demoni, ed ha affisso sulle vetrine i volti di 3 indagati, con una frase: “Giù le mani dai nostri figli”. il titolare del bar, Tony Racano, ha deciso di rendere palese la sua posizione utilizzando il suo locale Il Dollaro Pizza d’Asporto, ma ha poi deciso di togliere i manifesti. Su Facebook ha scritto: “Per il quieto vivere ho tolto l’adesivo con le facce incriminate e cancellato i post , io la mia mossa lo fatta, ora che ognuno faccia il suo se vuole. Buona serata a tutti e grazie per la stima”.