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Studentessa si getta dall’aereo: forse allucinazione dovuta ai farmaci

Pubblicato: 02/08/2019 23:40

Potrebbe non essere stato un suicidio, come inizialmente ipotizzato, la morte di Alana Cutland, 19 anni. La giovane studentessa di Scienze Naturali dell’Università di Cambridge stava tornando da una ricerca in una zona remota del Madagascar, quando ha aperto il portellone del Cessna C168 su cui viaggiava e si è gettata fuori. La polizia sta facendo accertamenti sui farmaci presi dalla ragazza per il viaggio, che potrebbero averle causato allucinazioni. Difficile averne la certezza, dato che il corpo di Cutland, morta il 25 luglio, non è ancora stato recuperato.

Studentessa si getta dall’aereo: si indaga sui farmaci

È la famiglia di Alana Cutland a propendere per un effetto collaterale dei farmaci prescritti, su cui ora indaga la polizia. Il principale indiziato è l’anti-malarico, ma i familiari rigettano questa ipotesi, dato che la ragazza in precedenza lo aveva usato senza riscontrare problemi per un viaggio in Cina, come riporta The Guardian. La famiglia ritiene che si sia ammalata pochi giorni dopo il suo arrivo in Madagascar. Durante le telefonate con la madre, Cutland borbottava e sarebbe sembrata incoerente e avrebbe sofferto di attacchi di paranoia durante il soggiorno sull’isola.

Le dinamiche dell’incidente

La studentessa, dopo 10 minuti dall’inizio del volo, avrebbe slacciato la cintura di sicurezza e aperto la porta del piccolo aereo in cui viaggiavano in tre, compreso il pilota. L’altra passeggera presente sul volo, Ruth Johnson, 51 anni, avrebbe lottato per tenere la ragazza nell’abitacolo, afferrandola per le gambe.

Purtroppo ogni sforzo è stato vano e Alana Cutland, dopo essersi divincolata, si sarebbe gettata dal Cessna a circa 1100 metri di altitudine. Il volo stava tornando da Anjajavy, riserva naturale sulla costa nord-occidentale del Madagascar. Lì la studentessa stava conducendo una ricerca su una rara specie di granchio, ma è stata costretta a interromperla e ad anticipare il suo rientro proprio per le precarie condizioni psicologiche.