Ci sono 17 Paesi – in cui vive circa un quarto della popolazione mondiale – che rischiano di restare senz’acqua. È la fotografia allarmante emersa dai dati raccolti dal World Resources Institute (WRI), centro d’analisi americano che ha fissato un resoconto choc sull’andamento della crisi idrica nel pianeta. L’altra pessima notizia è che, tra le aree esposte a un elevato pericolo, c’è anche l’Italia.
Acqua in esaurimento: incubo ‘Day Zero’
Un recente studio del WRI ha delineato un quadro altamente preoccupante sulla situazione delle riserve idriche nel mondo. Secondo la classifica stilata dal centro di ricerca, gestito dall’omonima organizzazione no profit, un quarto della popolazione mondiale rischia di restare senz’acqua, per un totale di 17 Paesi coinvolti.
A tanto ammonta il numero degli Stati in cui lo stress idrico è talmente forte da imporre la condizione di rischio “estremamente alto”. All’11° posto figura la Repubblica di San Marino, insieme a Qatar, Israele, Libano, Giordania, Libia, Kuwait, Arabia Saudita, Eritrea, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Pakistan, Turkmenistan e Oman.
In 3 aree in particolare – India, Iran e Botswana – il prossimo livello sarebbe il ‘Day Zero’ (‘Giorno Zero’), definizione attribuita dal WRI a indicare il momento il cui tutta l’acqua sarà esaurita.
La situazione italiana
Allo stato attuale non c’è alcuna netta distinzione sociale o geografica che sia garanzia di riparo dal pericolo della crisi idrica. Nessun governo può sentirsi al sicuro davanti a un fenomeno ormai talmente liquido da compromettere anche Paesi come l’Italia (al 44° posto su un elenco di 164 Stati).
Proprio quest’ultima, infatti, figura nella seconda fascia di rischio, classificato come “alto”, insieme a nazioni come Portogallo, Spagna, Belgio e Grecia che si avvicinano pericolosamente a un livello di emergenza.
#DayZeroWatch – New @WRIAqueduct data shows which countries are facing #waterstress and reveals several emerging trends and hotspots. Learn more: https://t.co/XWyUrm0AqN pic.twitter.com/OsPLlPc4CD
— World Resources Inst (@WorldResources) 7 agosto 2019
La crisi di Città del Capo
Secondo il report WRI, i 17 Paesi maggiormente a rischio soffrono di uno sfruttamento intensivo delle riserve idriche per via di un’errata gestione dei sistemi agricolo e industriale.
Ogni anno, prevalentemente in Nord Africa e Medio Oriente, si consuma mediamente l’80% delle scorte disponibili, comprese quelle delle falde acquifere. In un simile contesto, anche una lieve condizione di siccità potrebbe sfociare in emergenza.
Città del Capo insegna: è qui, nel cuore del Sudafrica, che nel 2018 si è sfiorato il ‘Day Zero’ in seguito a un mix di siccità, sovrappopolazione e della gestione scorretta delle risorse.