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Situs inversus: la strana patologia che inverte gli organi umani

Pubblicato: 12/08/2019 17:34

Sentirsi sottosopra assume tutto un altro significato, se si pensa alla patologia del situs inversus. Tutti noi siamo abituati ad ascoltare il battito cardiaco ponendo istintivamente una mano sulla sinistra del torace, ma per alcune persone potrebbe non essere così. E il cuore non è il solo organo interessato. Chi è affetto da situs inversus soffre di una condizione congenita per la quale gli organi sono invertiti rispetto alla loro normale posizione (detta situs solitus). In pratica, è come se l’organismo umano fosse messo davanti allo specchio: il cuore si troverebbe a destra, così come la milza e lo stomaco, mentre il fegato e la cistifellea a sinistra.

Un’esistenza al contrario

Lo scorso anno Rose Marie Bentley, una donna originaria dell’Oregon (Stati Uniti d’America), ha vissuto 99 anni senza essere a conoscenza della sua condizione: la donna era affetta da situs inversus con levocardia, una forma più grave della patologia, caratterizzata da una tipica conformazione del cuore.

In questo caso, il rischio di malattie cardiache arriva fino al 95%, e in genere i pazienti non sopravvivono oltre il quinto anno di età. Non è il caso della donna americana, la cui condizione è stata scoperta solo in fase di autopsia: Rose aveva infatti deciso di donare il proprio corpo alla scienza.

Una malattia non così rara

Secondo le stime, vi è un caso di situs inversus ogni 10mila abitanti, anche se in alcune zone la patologia è più frequente. I soggetti che presentano la malattia senza ulteriori complicazioni sono fenotipicamente sani: vale a dire che trascorrono una vita normale, e spesso non se ne accorgono se non per puro caso, magari sottoponendosi a lastre per interventi non correlati.

Anche alcune celebrità soffrono di situs inversus, a partire dal famosissimo cantante Enrique Iglesias (che non ha mai avuto problemi di salute legati alla sua condizione), per arrivare a Randy Foye, ex giocatore di basket nell’NBA: non avere gli organi “al posto giusto” non è stato di intralcio alla sua carriera sportiva.