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Egitto, due trans baresi fermate dalla polizia: “Trattate come terroriste”

Pubblicato: 24/08/2019 16:19

Episodio di presunta discriminazione sessuale all’aeroporto di Sharm El Sheik. A denunciare l’accaduto è la sorella di una delle due transessuali fermate dalla polizia egiziana. All’Ansa ha raccontato che ieri, al loro arrivo in Egitto, la polizia aeroportuale ha bloccato e trattenuto Cosimo Loredana Corallo e Michele Mikaela Sannicandro. Rispettivamente di 43 e 45 anni, entrambe di Bitonto (Bari), Corallo e Sannicandro non avevano i documenti in regola secondo gli agenti, ma secondo dei testimoni alla base del loro fermo ci sarebbero invece ragioni discriminatorie.

Rientreranno questa sera in Italia

“Mia sorella è stata fermata in aeroporto. La motivazione è che pensano che i documenti non corrispondano a lei, a loro. Non sono documenti falsi, ma pensano non siano loro in quanto trans, ha dichiarato all’Ansa Ivana Sannicandro, sorella di Mikaela. Corallo e Sannicandro erano appena partite in vacanza insieme a due amici, che per primi hanno avvisato le famiglie e le autorità del fermo in aeroporto. Immediatamente sono scattati i contatti tra la Farnesina e l’ambasciata italiana in Egitto. L’Ansa ha rivelato, tramite il legale della famiglia Sannicandro, che le nostre due connazionali rientreranno in Italia nella serata di oggi.

Un amico denuncia: “Trattate come terroriste”

La polizia egiziana non ha concesso l’ingresso nello Stato a Corallo e Sannicandro a causa della “discrasia tra i dati anagrafici riportati sui documenti d’identità esibiti per il visto d’ingresso in Egitto rispetto all’aspetto esteriore, prosegue l’avvocato Giuseppe Galliani all’Ansa. Il console ha inoltre rassicurato il legale sul trattamento positivo riservato alle due italiane. Uno dei due amici in viaggio con Corallo e Sannicandro ha invece usato parole ben più dure per denunciare l’accaduto su Facebook. “Un anno di sacrifici e risparmi. 2 mie amiche rinchiuse dalle 15:00 in una stanza dell’aeroporto sorvegliate dalla polizia egiziana in attesa di un aereo che le riporti in Italia. Abbiamo chiamato il consolato italiano ma la risposta è negativa. Imbarcate con il primo volo disponibile, come se fossero terroristi, come se fossero infette. Questo è razzismo. Per quanto Sharm possa essere bella, qui non ci verremo più”.