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Caso Schwazer, la nuova perizia conferma: le provette furono manomesse

Pubblicato: 08/09/2019 19:02

Un regalo di nozze forse inaspettato, quello che arriva all’atleta Alex Schwazer. Tuttosport titola senza mezzi termini “Schwazer è innocente”. Dopo 3 anni di indagini, controversie e ricorsi, la risoluzione dello scandalo che l’ha visto protagonista suo malgrado sembra sempre più vicina. Una nuova perizia del Ris di Parma, che sarà depositata al Tribunale di Bolzano il prossimo giovedì 12 settembre, rivelerebbe infatti che le provette per l’esame antidoping delle urine di Schwazer furono manomesse. Un complotto dunque, che gli costò la partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016 e una squalifica di 8 anni.

Il suo allenatore l’ha sempre difeso, gridando al complotto

Il campione azzurro, medaglia d’oro a Pechino 2008 nella 50 km di marcia, fu quindi trovato positivo al doping dopo quell’esame del 1° gennaio 2016. Il marciatore altoatesino ha continuato in questi anni a dichiararsi totalmente innocente e vittima di un raggiro. Il suo allenatore, Sandro Donati, lo ha sempre difeso a spada tratta. Donati è noto, oltre che per la lunga carriera sportiva, proprio per essere un uomo integerrimo nella lotta al doping. Spesso ha denunciato truffe e irregolarità, indifferente alle critiche e alle inimicizie all’interno del sistema. Perciò non ha mai creduto che il suo pupillo fosse colpevole. Anzi, per Donati non è un caso che l’ordine di un controllo antidoping su Schwazer fosse partito proprio un’ora dopo la loro deposizione contro due medici per doping. Donati insomma suggerisce che ci sia stata un’azione mirata contro il marciatore azzurro, con l’intenzione di stroncargli la brillante carriera.

Le irregolarità e i punti poco chiari della vicenda

L’udienza prevista per giovedì sarà probabilmente decisiva. Davanti al giudice, la nuova perizia del Ris di Parma illustrerà le irregolarità del controllo antidoping e la manomissione del campione di urine di Schwazer. Da Bolzano, le provette furono spedite per le analisi in un laboratorio a Colonia. Ma ci furono diversi passaggi intermedi prima di raggiungere il laboratorio tedesco. Fanno storcere il naso anche altri elementi, come la scritta “Racines” (il paese di nascita di Schwazer) sulle provette, rendendole così immediatamente identificabili. Ma soprattutto la decisione di un controllo a sorpresa su di lui presa il 15 dicembre 2015, esattamente un’ora dopo la deposizione di Schwazer, insieme al suo allenatore, al tribunale di Bolzano contro due medici implicati in un caso di doping.

La notizia arriva nel giorno delle nozze di Schwazer

Ci son infine le anomalie nella concentrazione di testosterone e di Dna nelle urine dell’atleta non paiono spiegabili fisiologicamente. Insomma, tanti punti oscuri e una difesa che poggia su solidi elementi, sui quali l’atleta batte da anni per dimostrare che qualcuno l’ha incastrato per escluderlo dai Giochi olimpici. Schwazer ricevette una squalifica per 8 anni che gli troncò di netto la carriera. La notizia bomba della nuova perizia potrebbe però ribaltare tutta la situazione. Intanto, ha già fatto il giro del mondo proprio nel giorno delle nozze di Schwazer con la compagna Kathrin Freund, madre della sua Ida (2 anni). Giovedì, forse, scopriremo finalmente la verità.

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