Il legale che difende Sergio Palumbo, l’uomo accusato di violenza sessuale aggravata, rapina e sequestro di persona per quello che sta passando alle cronache con la sintesi di “stupro di Ragusa“, presenterà domani ricorso al Tribunale del Riesame di Catania per ottenere la revoca della custodia cautelare in carcere disposta dal gip per il suo assistito. Intanto, i carabinieri avrebbero sequestrato all’interno della dimora dell’indagato gli indumenti che presuntamente indossava la notte che avrebbe avuto luogo lo stupro e che sarebbero riconoscibili nelle immagini riprese da un sistema di videosorveglianza. La presunta vittima racconta intanto l’orrore di quella notte.
La difesa di Sergio Palumbo ricorre al Riesame
Come riferisce La Sicilia, la difesa di Sergio Palumbo domani dovrebbe presentare ricorso al Tribunale del Riesame per tentare di ottenere la revoca della misura cautelare in carcere disposta dal gip Vincenzo Ignoccolo, dopo la denuncia per stupro sporta da una donna di Vittoria. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere quantomeno un alleggerimento della misura cautelare disposta dal gip. L’uomo di 26 anni avrebbe attirato in piena notte una donna, che si trovava alla guida della sua auto, fingendo di chiedere aiuto per sua moglie, sostenendo che questa stava male. La donna si sarebbe così fermata per prestargli soccorso cadendo nella trappola di Sergio Palumbo che l’avrebbe minacciata con una pietra, l’avrebbe poi stuprata e costretta a eseguire i suoi ordini per diverse ore. La donna è stata portata in ospedale dai suoi genitori e ha sporto denuncia.
Sergio Palumbo era stato già condannato per “il reato di violenza sessuale consumato con con caratteristiche analoghe a questo oggetto del procedimento” a 4 anni e 8 mesi di reclusione, come rilevato nel gip nell’ordinanza di custodia cautelare, e aveva presentato ricorso in appello, ottenendo come pena l’obbligo di dimora a Vittoria. Sergio Palumbo si trova ora recluso all’interno del carcere di Caltagirone. Il gip Vincenzo Ignoccolo aveva disposto la misura cautelare rilevando nell’ordinanza che le dichiarazioni rese dalla vittima erano state “spontanee, immediate, lucide, precise, dettagliate e circostanziate e prive di significative contraddizioni o sbavature“.
Le prove dell’accusa e le parole delle vittima
A riferire le parole della donna che ha denunciato lo stupro è stato il Corriere della sera, solo 3 giorni fa. La donna ha descritto con queste parole l’accaduto: “Uno strazio che non finiva mai. Mi sono sentita protagonista di un film horror con un bruto che si era presentato con la faccia di un uomo preoccupato per la sua donna, bisognoso di aiuto“. L’uomo come se nulla fosse l’avrebbe anche costretta ad ascoltare il suo sfogo contro la moglie, con cui ha due figli: “S’è messo a lamentarsi parlando della moglie che non lo capisce, di una lite avuta quella stessa sera…“.
L’accusa intanto raccoglie le prove. Infatti, come riporta La Sicilia, la polizia di Vittoria avrebbe sequestrato dalla casa dell’imputato gli indumenti che avrebbe indossato la notte dello stupro e ha anche eseguito con la vittima il suo riconoscimento fotografico. Tra le evidenze degli inquirenti, ci sarebbe anche la registrazione di un messaggio vocale che la vittima avrebbe inviato ad una sua amica dopo lo stupro e in cui raccontava tutto l’accaduto.