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Bimbo morto in auto a Catania: le strazianti parole del padre del piccolo Leonardo

Pubblicato: 20/09/2019 13:32

Dopo la notizia del bimbo di 2 anni deceduto dopo essere stato dimenticato in auto per 5 ore a Catania, Repubblica riporta le parole del padre del piccolo Leonardo, distrutto per quello che è successo, che ha reso agli investigatori della Squadra mobile. Il padre del piccolo, Luca, è un ingegnere idraulico e fa anche il ricercatore all’Università di Catania. Non riesce a capacitarsi di quello che è accaduto.

Le parole del padre del bimbo di 2 anni

Luca, il padre del bimbo tragicamente morto dopo essere stato dimenticato in auto per 5 ore nel parcheggio della cittadella universitaria di Catania dove lavora, ha raccontato agli investigatori: “Ricordo solo di essere uscito di casa alle otto del mattino e di avere sistemato Leonardo nel seggiolino, fissato nel sedile posteriore dell’auto”. Avrebbe dovuto portarlo all’asilo, ma dopo averlo fatto sedere sul seggiolino aggiunge di non sapere cosa sia successo: “Poi, ho soltanto un grande vuoto in testa“. Parole che svelano un’immane tragedia.

Il padre del bambino di 2 anni si trova accusato come atto dovuto di omicidio colposo. Per 37 minuti, un équipe di medici del Policlinico tra cui c’era anche il nonno materno del piccolo Leonardo, un chirurgo endocrinologo, ha fatto di tutto per rianimare il bimbo. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare e il padre del piccolo è distrutto dal dolore.

Una telefonata che ha svelato il dramma

A Repubblica, Luca ha detto di ricordare che a fargli venire in mente che Leonardo poteva essere rimasto in auto è stata la telefonata della suocera. Straziante è anche il ricordo di quel momento: “Ha detto: ‘il bambino non c’è all’asilo, dov’è?’, e all’improvviso ho ricordato, sono corso al parcheggio. Una corsa che non finiva mai. E Leonardo era lì, nel seggiolino“.

La madre del piccolo Leonardo ha difeso suo marito con la Squadra Mobile: “Luca è stato sempre un padre modello. Attento e premuroso. Non riesco davvero a spiegarmi cosa sia successo. Forse un momento di stanchezza, una distrazione”.