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Marco Bellocchio sulla morte del fratello: “Sono pieno di sensi di colpa”

Pubblicato: 26/09/2019 10:02

Ottant’anni il prossimo novembre, Marco Bellocchio ha saputo raccontare, attraverso i propri film, alcune delle pagine più controverse della storia italiana. La profonda analisi psicologica, che spesso caratterizza i suoi personaggi, rispecchia in qualche modo le esperienze dello stesso autore, non solo da un punto di vista artistico, ma anche umano. In un’intervista a Vanity Fair, il regista ha voluto raccontare una parte dolorosa di questo passato, ricordando il dramma che colpì il fratello, morto suicida nel 1968: “Di fatto non ho capito niente di una tragedia che stava per avvenire. Allora ti dici: è la mia miseria sentimentale, umana. E sei pieno di sensi di colpa”.

La tragedia di Camillo Bellocchio

Nato in un famiglia di intellettuali, Camillo Bellocchio, fratello di Marco, aveva intrapreso un percorso diverso, diplomandosi all’Isef e diventando professore di educazione fisica. Segnato da un dolore interiore, decise di porre fine alla propria vita, impiccandosi il giorno di Santo Stefano. Il ‘68, spiega oggi il regista, si trasformò così in un anno estremamente negativo sul piano personale: “C’era evidentemente una ferita profonda che l’ha schiacciato. Il Sessantotto fu per tanti un anno di speranza di vita. Per noi è stato un annus horribilis”.

Un film dedicato al fratello scomparso

È forse anche per rielaborare questo lutto, mai metabolizzato completamente, che è nato il progetto intitolato Urlo, il film che Bellocchio ha girato quest’anno a Bobbio. Il piccolo comune in provincia di Piacenza è sede del laboratorio Farecinema, la scuola di regia e recitazione che il maestro ha ideato nel 1995. La nuova pellicola, dedicata proprio alla scomparsa del fratello, sarà altamente simbolica: “L’Urlo del titolo è quello di mia madre, quando lo scoprì. Il film è anche una riflessione su questa tragedia inaspettata, in cui intervisto me stesso, i miei figli, i miei fratelli”.

Non è probabilmente casuale come Bellocchio, che con Il traditore sarà il candidato italiano nella corsa all’Oscar, dedichi la riflessione più dura e amara al tema del tradimento: “La viltà la vedo più nei rapporti intimi – ammette – in un passato remoto, quando in qualche modo ho tradito mio fratello gemello. Mi prendo questa responsabilità”.