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Stop agli allevamenti intensivi in Svizzera: “Sono dannosi per l’ambiente”

Pubblicato: 26/09/2019 12:37

L’iniziativa Keine Massentierhaltung in der Schweiz (Nessun allevamento intensivo in Svizzera) per mettere al bando gli allevamenti intensivi in Svizzera ha raggiunto, lo scorso 17 settembre, le 100mila firme necessarie: tra pochi mesi verrà quindi discussa in Parlamento. Un primo passo che suscita soddisfazione negli ambienti animalisti.

Il referendum raggiunge 100.000 firme: ora in Parlamento

Nella vicina Svizzera, la settimana scorsa è stata consegnata alla Cancelleria Federale la lista di oltre 100mila firme necessarie per richiedere la messa al bando degli allevamenti intensivi che prevedono la crescita e la riproduzione degli animali in ambienti angusti, spesso angusti e inadatti alla vita degli animali. La pratica è da molti considerata una crudeltà nei confronti degli animali e per questo la Svizzera non è l’unico Paese in cui ci si sta attivando per fermarla.

La modifica dell’articolo 80

Grazie all’iniziativa Keine Massentierhaltung in der Schweiz nei prossimi mesi verrà discussa la modifica dell’articolo 80 sulla protezione degli animali della Costituzione federale. L’obiettivo è vietare l’allevamento intensivo “finalizzato alla produzione più efficiente possibile di prodotti derivati da animali, nell’ambito del quale il benessere di questi ultimi è leso sistematicamente“, come riporta Ticino News.

Schneider: “Il 50% degli animali mai all’aperto fino alla macellazione

Tra i dati portati avanti dalla campagna, ci sono quelli relativi alla vita all’aperto del bestiame allevato intensivamente: Meret Schneider, responsabile dell’associazione promotrice della campagna, Sentience Politics, ha affermato che oltre il 50% degli animali non conosce vita all’aperto prima della macellazione. Così come l’80% del pollame non vedrebbe mai un prato nel corso della propria vita, che pur è molto breve, considerando che un pollo raggiungerebbe il peso adatto alla macellazione in soli 30 giorni.