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Il ministro Fioramonti nella bufera, chieste le dimissioni: “Tritacarne mediatico”

Pubblicato: 03/10/2019 22:20

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, del Movimento 5 Stelle, è al centro di un’accesa querelle, con tanto di richieste di dimissioni. Al centro della contestazione al professore di Economia politica, due distinte vicende: la prima riguarda dei post offensivi che il ministro avrebbe scritto anni fa e su cui è duramente attaccato da Il Giornale di Alessandro Sallusti. La seconda riguarda il figlio che, come riporta Adnkronos, non avrebbe sostenuto un esame di italiano (non obbligatorio) nella scuola inglese che avrebbe frequentato. Il ministro risponde su Facebook, scusandosi per i toni usati nei post dell’epoca ma annunciando battaglia sulle indiscrezioni trapelate sul figlio. Un’altra tempesta mediatica dopo quella scatenata dalle dichiarazioni del ministro Fioramonti sul crocefisso a scuola.

Fioramonti attaccato per dei post violenti su Facebook

All’epoca dei post riportati da Alessandro Sallusti, il ministro Fioramonti abitava a Pretoria, Sudafrica, dove insegnava. Il Giornale ne riporta alcuni estratti: Una demente bugiarda e venduta“, avrebbe scritto su Daniela Santanché, mentre avrebbe definito Berlusconi “l’imperatore della sfiga. Altro che uomo di successo, Berlusconi porta sfiga all’Italia“, in relazione al terremoto in Abruzzo. Aspre considerazioni anche sulla polizia: “La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere (…) I pochi poliziotti per bene hanno paura a far sentire la propria voce“.

Considerazioni per cui il ministro si è scusato, ma che hanno portato Sallusti a chiederne le dimissioni. Richiesta echeggiata anche da alcuni esponenti politici: “Non mi interessano le scuse di Fioramonti, il problema non è di forma ma di sostanza. Uno che pensa quelle cose non può fare il ministro“, scrive su Twitter Giorgia Meloni. Sui social impazza l’hashtag #Fioramontidimettiti, con richieste di intervento anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il figlio del ministro non avrebbe fatto l’esame di italiano

La seconda questione su cui si stanno concentrando gli attacchi a Lorenzo Fioramonti riguarda il percorso scolastico del figlio. Il bambino, nato all’estero e vissuto fuori dall’Italia per molto tempo, non avrebbe fatto un esame di italiano non obbligatorio nella scuola internazionale che ha frequentato. Adnkronos ha contattato l’istituto che ha spiegato la situazione.

In prima e seconda elementare i bambini, il 30-40% dei quali sono stranieri, fanno il programma esclusivamente in inglese. L’ora di italiano scatta, solo per chi vuole, a partire dalla terza. Non facciamo gli esami di italiano in sede, ma in un’altra struttura e l’anno scorso Fioramonti, che non era ministro, insieme alla moglie straniera ha scelto di non far fare il test in italiano al figlio perché preferiva si concentrasse sull’inglese. Il bimbo, venendo dal Sudafrica, non parla bene l’italiano“, spiega la dirigente scolastica.

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La replica di Fioramonti

La risposta del ministro all’attacco arriva direttamente su Facebook. In merito alle accuse riguardo i post ingiuriosi, replica: “Oggi non si attacca il mio lavoro, fatto di intese coi sindacati per garantire la didattica, ridurre il precariato, rilanciare l’edilizia scolastica e battersi per maggiori risorse in un settore bistrattato da decenni, ma le mie opinioni di anni fa, scritte sulla mia pagina privata, di getto, e con toni di cui ovviamente non vado fiero (e per cui ho già chiesto scusa alla diretta interessata in forma personale)“.

Più piccata la reazione in merito alle speculazioni sul figlio, per cui ha annunciato un esposto al Garante della Privacy: “Giorni fa alcuni giornalisti sono andati a scuola di mio figlio chiedendo informazioni sui suoi voti, sul suo comportamento e sugli esami. Difendo e difenderò sempre il diritto alla libera informazione, accetto in silenzio tutte le critiche, in taluni casi anche molto dure, che mi vengono rivolte. A tutti può capitare di incorrere in errori, anche a me, come nel caso dei toni usati nelle affermazioni rilanciate dal tritacarne mediatico, pur vecchie di anni e fatte quando ero un semplice cittadino. Ma recarsi in una scuola elementare per mettere sotto le luci dei riflettori un bambino di 8 anni è un atto di violenza“.

Le ragioni dell’esame di italiano non fatto

Il ministro spiega che il figlio ha sempre “frequentato scuole internazionali perché è nato e cresciuto all’estero. Queste scuole sono le uniche che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza. Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue, tra cui l’italiano, ma al tempo dell’iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui – anche su suggerimento della scuola – abbiamo deciso di non registrarlo per l’esame facoltativo d’italiano“.

Fioramonti continua spiegando che in ogni caso queste sono ragioni private che riguardano il figlio, che dovrebbe essere tenuto al riparo dalle pressioni mediatiche che il suo ruolo attira. “Tale ingerenza nei confronti della mia famiglia e della comunità scolastica è avvenuta in spregio di ogni tutela della privacy, nonché delle più elementari regole di deontologia professionale“, continua, “Sono turbato da padre e da cittadino. Tra l’altro mi domando come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili“. Il ministro conclude dichiarando che “Se questi metodi sono pensati per spaventarmi, dico solo che io andrò avanti nel mio lavoro per trovare più risorse per la scuola e l’università e operare concretamente, come abbiamo fatto pochi giorni fa con l’accordo sugli insegnanti precari, e per risolvere i problemi della scuola e della ricerca, che hanno radici antiche, affinché questo sia un Paese migliore“.

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2019 08:36