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A Non È La D’Urso si parla con i defunti, ma padre Amorth non era d’accordo

Pubblicato: 15/10/2019 17:44

Nell’ambito della spinosa questione della scrittura automatica, lanciata a Live – Non È La D’Urso, dove Stefania Gatti, ex del cantante Franco Gatti dei Ricchi e Poveri, ha sostenuto di parlare con il figlio morto, impossibile dimenticare le parole del noto esorcista don Gabriele Amorth.

Già Paolo Brosio si è scagliato contro il fenomeno, che induce in uno stato di trance, durante il quale il defunto detta ai suoi cari le parole che vuole comunicare. Secondo il famoso esorcista, scomparso nel 2016 e che per anni ha studiato il fenomeno, si è sempre trattato di un sistema fallace, che più delle volontà del defunto porta alla luce quelle del subconscio. Una concezione più vicina all’ottica di Sigmund Freud che non di Allan Kardec, padre dello spiritismo francese che per primo utilizzò l’espressione “scrittura automatica”.

Cosa ha detto padre Amorth

Secodo l’esorcista Gabriele Amorth, autore di Esorcisti e Psichiatri, per molte persone la scrittura automatica non è che un modo inconsapevole per rassicurarsi da soli. A parlare non è il caro scomparso, bensì lo stesso parente del defunto che fa appello al proprio subconscio, affinché questo gli comunichi le parole che vuole sentirsi dire.

Per padre Amorth, infatti, questo resta “Metodo fai da te” e i cui messaggi “al 99,9% non dipendono da spiriti ma dalla creatività del subconscio“. Poi aggiunge:”In realtà uno sta parlando con se stesso e si dice le cose che vorrebbe sentirsi dire per essere rassicurato“. Dunque “Il più delle volte è il frutto della creatività del subconscio. Uno crede di ricevere messaggi da un defunto, di parlare con la Madonna o con nostro Signore. Invece parla con se stesso“.

Un metodo non sicuro

Secondo la teoria di padre Amorth, morto nel 2016 i rischi per chi decide di tentare la strada della scrittura automatica possono essere molti. “Gli psicologi sanno bene come uno può crearsi nuove personalità“.

Come le sedute spiritiche o la negromanzia, anche questo non è un metodo sicuro per cercare risposte. “Chi si rivolge a maghi, cartomanti, stregoni; chi partecipa a sedute spiritiche o a sette sataniche; chi si dedica all’occultismo, alla negromanzia (anche sotto forma di scrittura automatica, oggi molto diffusa): tutte queste persone si espongono al rischio (anche se il più delle volte non ne subiscono conseguenze) di ricevere influenze malefiche e la stessa possessione“.

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2019 11:18