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Caso Desirée Mariottini: 4 persone rinviate a giudizio

Pubblicato: 21/10/2019 15:33

4 rinvii a giudizio per la morte della 16enne Desirée Mariottini, morta nel 2018 a Roma. Come riporta Ansa, la decisione del gup è arrivata poche ore fa e andranno a processo i cittadini di origine africana Mamadou Gara, Yussef Salia, Brian Minthe e Alinno Chima. A loro carico le accuse di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. Prima udienza il prossimo 4 dicembre.

Desirée Mariottini: 4 rinvii a giudizio

Sono 4 le persone rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per la morte della 16enne Desirée Mariottini, avvenuta nel 2018. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il gup di Roma ha deciso di mandare a processo i cittadini africani indagati: Alinno Chima (46 anni), Mamadou Gara (27 anni), Yussef Salia (32 anni) e Brian Minthe (43 anni) compariranno sul banco degli imputati il prossimo 4 dicembre.

È questa la data della prima udienza che si celebrerà nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, davanti alla Corte d’Assise. Le accuse di cui dovranno rispondere, a vario titolo, vanno da omicidio volontario e violenza sessuale aggravata a quello di cessione e somministrazione di stupefacenti a minori.

La Regione Lazio, il Comune di Roma e 2 associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere si costituiranno parte civile.

La morte della 16enne

La giovane Desirée Mariottini, originaria di Cisterna di Latina, fu trovata senza vita in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo, a Roma, il 19 ottobre 2018.

Secondo la Procura che indaga sulla morte della ragazza, i 4 cittadini africani avrebbero abusato di lei a turno, dopo averle somministrato un mix letale di droghe che l’avrebbe costretta all’incapacità di opporsi a quel vortice di orrori.

A inchiodarli al perimetro di pesantissime responsabilità sarebbero state anche alcune tracce di Dna isolate sul cadavere. Secondo gli inquirenti, la vittima fu drogata, violentata e lasciata morire in quello stabile di via dei Lucani trasformato nel suo ultimo inferno.

La ricostruzione emersa in corso di indagine ha restituito un quadro agghiacciante di quanto subito dalla 16enne, stuprata dai pusher dopo essere stata ridotta a uno stato di incoscienza con l’assunzione di varie sostanze.

Nessuno avrebbe chiamato i soccorsi, e dopo le violenze sarebbe stata abbandonata in quello stabile del quartiere San Lorenzo in preda a una lenta e inesorabile agonia.

Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée“, questo il commento della nonna della vittima riportato da Adnkronos.