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Milano, divieto di burqa nei luoghi pubblici confermato

Pubblicato: 31/10/2019 18:23

Confermata dalla Corte d’appello di Milano la sentenza del 20 aprile 2017 secondo cui il divieto di ingresso ai luoghi pubblici alle donne con il viso coperto dal velo è “giustificato e ragionevole”. Si tratta di un punto favorevole alla delibera della Regione Lombardia datata 2015, provvedimento – in vigore dal 2016 – adottato per ragioni di sicurezza e riguardante burqa e niqab.

Divieto di burqa nei luoghi pubblici

La notizia è stata rilanciata dall’assessore regionale alla Sicurezza della Lombardia, Riccardo De Corato: la Corte d’appello di Milano ha respinto il ricorso presentato da alcune associazioni contro la delibera della Regione, datata 2015, con cui si vieta l’ingresso in luoghi pubblici alle donne con il volto coperto dal burqa per motivi di sicurezza.

Il provvedimento, per i giudici, non è discriminatorio e si conferma così la sentenza del Tribunale di Milano, emessa il 20 aprile 2017, secondo cui il divieto è “giustificato e ragionevole”.

In appello come in primo grado: no al velo che copre il volto, dunque, perché motivato da esigenze di immediata identificazione di quanti accedono a strutture pubbliche.

Respinto il ricorso contro la Regione

Secondo quanto riporta Adnkronos, a far approdare la questione in tribunale, ritenendo illegittimo il divieto, sono state alcune associazioni: l’Associazione degli studi Giuridici sull’Immigrazione, l’Associazione Volontaria di Assistenza sociosanitaria e per i diritti dei Cittadini stranieri, Rom e sinti, la Fondazione Guido Piccini per i Diritti dell’Uomo Onlus e gli Avvocati per Niente Onlus.

Ancora De Corato, a commento dell’evoluzione del caso ai microfoni di Adnkronos, ha aggiunto che i giudici hanno bocciato “lo strenuo tentativo proposto dai ricorrenti, cioè quello di consentire l’identificazione mediante rimozione temporanea del burqa“.

L’assessore, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, ha inoltre sottolineato un altro suo punto di vista: “È strano che associazioni per i diritti degli indifesi si battano per il riconoscimento del burqa, pratica alquanto discriminatoria verso le donne (…)“.

Il commento di Daniela Santanché

La senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanché, raggiunta da Adnkronos, ha espresso soddisfazione per quanto emerso: “Il Governo dovrebbe prendere subito esempio da Regione Lombardia. La mia prima legge contro il burqa giace ancora in Parlamento dal 2006. In questo Paese non si ha il coraggio di dire no per questo finto buonismo, questa falsa solidarietà che dice il burqa va bene“.

La decisione della Regione Lombardia, nel 2015, aveva scatenato un lungo dibattito. Il prossimo passo ipotizzato dall’assessore De Corato, che sottolinea l’assenza di altre interpretazioni in seno alla sentenza, è che le associazioni che hanno fatto ricorso “si appelleranno in Cassazione“.