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Ergastolano accoltella 79enne: la rabbia della figlia del carabiniere ucciso

Pubblicato: 10/11/2019 21:55

Un uomo di 79 anni è stato accoltellato ieri nel parcheggio interrato del San Raffaele di Milano da Antonio Cianci. L’uomo, ergastolano, si trovava in permesso premio per 12 ore, quando si è diretto nell’ospedale milanese per fare una rapina. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, riferisce l’ANSA, ha mandato gli ispettori per fare accertamenti sul caso. La figlia di uno dei carabinieri uccisi da Cianci ha rilasciato un duro commento all’agenzia stampa sul permesso premio accordato all’assassino del padre.

Milano, ergastolano in permesso premio accoltella 79enne

Antonio Cianci, 60enne detenuto nel carcere di Bollate, avrebbe atteso la sua vittima nel piano interrato del San Raffaele. Il 79enne gli avrebbe dato i soldi, ma avrebbe opposto resistenza quando il carcerato gli ha intimato di dargli il cellulare. Cianci a quel punto lo avrebbe colpito alla gola con un taglierino, che gli è stato trovato addosso poco dopo.

Le accuse per lui sono di tentato omicidio e rapina e la Procura di Milano, che lo sentirà nelle prossime ore, starebbe per chiedere la custodia in carcere. Il permesso premio è stato accordato a Cianci, che sarebbe dovuto andare a trovare la sorella, per buona condotta e assenza di pericolosità sociale.

La figlia del carabiniere ucciso: “Ignobile”

Ad intervenire sulla vicenda è stata Daniela Lia, figlia di uno dei carabinieri uccisi da Cianci nel 1979. All’ANSA, Lia dichiara di essere “sconvolta dal fatto che si sia permesso a questo essere ignobile, che massacrava senza pietà, di mettere un’altra famiglia in condizioni di dolore, calpestando e oltraggiando, tra l’altro, ancora la memoria di mio padre e dei suoi colleghi“.

La donna ha raccontato la ferita indelebile causata alla sua famiglia da quell’uomo “senza scrupoli, né pietà, che uccideva per uccidere non per rapina“. Antonio Cianci, nel 1974, avrebbe ucciso anche un metronotte 29enne, sparandogli alle spalle per poi continuare ad infierire sul corpo.