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Muore a 22 anni: i suoi organi salvano 50 persone

Pubblicato: 22/11/2019 17:53

È difficile affrontare e superare la perdita di un figlio, soprattutto se questa accade quando ha solo 22 anni. Lisa Wilson, la madre di Tom, morto giocando ad hockey, è riuscita a dare un senso al suo dolore incontrando le persone che hanno ricevuto in dono gli organi del figlio e che sono vive grazie a lui.

Tom, il suo gesto ha salvato la vita a 50 persone

Tom aveva 22 anni quando l’8 dicembre del 2015 un tragico incidente sul campo da hockey gli ha spezzato la vita. La sua morte, però, ha dato vita e speranza ad altre 50 persone. Dopo essere stato colpito accidentalmente con una mazza alla testa, durante gli allenamenti, le analisi in ospedale avevano evidenziato un’emorragia interna troppo estesa ormai per essere arginata. Alla famiglia di Tom non restava che sperare in un miracolo. La realtà dei fatti, però, era che il cervello del ragazzo risultava irreparabilmente danneggiato. Gli altri organi, invece, sembravano in buono stato. Fu il padre di Tom, Graham, a sollevare la questione della donazione. così, ha raccontato la madre “Quando un’infermiera ci ha detto che Tom si era iscritto al registro dei donatori di organi all’università, ho sentito un enorme scoppio di orgoglio”, ha riferito la mamma. Grazie al suo gesto, Tom avrebbe salvato quello stesso giorno un uomo di 50 anni, che ha ricevuto il suo cuore e un 21 enne, che ha avuto i suoi polmoni.

Fatima, viva grazie al fegato di Tom

Fatima è una delle vite che Tom è riuscito a salvare con la sua generosità. L’unica speranza, per la bimba, era un trapianto di fegato. Il dolore di una madre incontra la speranza di un’altra. È per questo che, infrangendo la consuetudine, che vuole che i famigliari del donatore e il ricevente non si incontrino mai, il desiderio di Lubna, mamma di Fatima e Lisa, mamma di Tom, di incontrarsi è stato davvero forte. “Nulla potrà mai mitigare il dolore per la morte di Tom, ma sapere che una parte di lui mantiene in vita Fatima, è una sensazione indescrivibile”, racconta Lisa. Fatima sembrava sana e in forze fino all’età di sei mesi, quando mamma Lubna e papà Zain hanno cominciato a svezzarla. Ricordano che la figlia non riusciva a tenere in corpo nemmeno un grammo di cibo solido. Il medico, in un primo momento, gli aveva detto di non preoccuparsi. Davanti alla rapida perdita di peso della piccola, però, era evidente che qualcosa non andava. Dalle analisi, emergeva infatti che Fatima era affetta da una rara malattia del fegato causata da una mutazione genetica che lascia il fegato non protetto dalle sostanze tossiche presenti nella bile. Non esistendo un trattamento in grado di contrastare la malattia, a lungo andare il fegato della piccola sarebbe diventato inutile. Non rimaneva altro che il trapianto. La lunga lista d’attesa non faceva ben sperare mamma e papà. “Il suo fegato era così grande che non riusciva a sedersi o camminare a lungo. Nessuno sapeva quanto sarebbe durata senza un nuovo fegato”, aggiunge Lubna.

Mamma Lisa.” Fatima era già parte della nostra famiglia”

Subito dopo l’intervento, Lubna aveva inviato a Lisa alcune foto della piccola, mostrandole il bisogno di incontrarla, per ringraziarla di persona. “Era come se facessero già parte della nostra famiglia”, aveva riferito Lisa dopo l’incontro. Per lei, Tom aveva fatto davvero qualcosa di speciale: aveva salvato 50 vite umane.

Purtroppo, il dolore nella famiglia di Tom non si è esaurito nella morte del 22enne: poche settimane dopo il decesso anche il padre di Tom, Graham, è morto: all’uomo, ricoverato per un sospetto infarto, è stato invece diagnosticato un tumore al cervello.

@Immagine in evidenzaMEN/ EssexLive