Ieri il movimento delle sardine è tornato in piazza, ma è suoi social che si è combattuta l’ultima battaglia. Ieri sera la pagina Facebook delle 6000 Sardine è stata bloccata per qualche ora per poi tornare online.
Le sardine tornano online
Il movimento anti-Salvini, come è ormai conosciuto, è tornato online ieri sera, dopo ore di blocco. Nessun nuovo messaggio sulla pagine che però di attestati di solidarietà ne ha ricevuti parecchi prima di ieri sera.
Le pagine Facebook I Sentinelli di Milano e Roma hanno cercato nella serata di ieri un responsabil : “Vi mostriamo cosa stanno facendo nei gruppi salviniani per oscurare le pagine delle ‘sardine’“, scrivono, poi allegano anche alcune immagini di presunti militanti della lega intenti ad organizzarsi per segnalare in blocco le pagine. “Sor Pienipoteri ha davvero una gran fifa delle piazze pacifiche e democratiche delle sardine. I suoi sgherri digitali, con le loro segnalazioni in massa, basate su nulla che non sia la loro stessa prevaricazione, hanno obbligato l’automatismo di Facebook a oscurare la pagina ufficiale delle sardine“, scrivono. “Ci troviamo di fronte a un attacco sistematico quanto vile, tanto che – aperta a tarda sera una seconda pagina di ripiego – è stata fatta subito oscurare anche quella. Fatto sta che, in queste ore – la conclusione del post – molte e molti hanno deciso che scenderanno in piazza proprio a causa di queste nuove prepotenze squadriste“.
Il movimento delle sardine
Ma quando sono nate le sardine? Chi sono? Tutto è cominciato il 14 novembre a Bologna: una manifestazione indetta da quattro 30enni: Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Roberto Morotti e Andrea Garreffa. Nel manifesto pubblicato dai promotori, le sardine vengono presentate come forza apartitica contro i populismi. Sulla pagina Facebook si possono leggere i cardini del loro impegno: “Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita. Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata“, si legge. E ancora: “Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla“.