A 16 anni dalla morte di Marie Trintignant, una tv francese ha mandato in onda la deposizione del suo assassino, l’ex cantante Bertrand Cantat. L’uomo raccontò la violenza e le sberle che portano alla morte della 41enne attrice.
Il caso di cronaca
La vicenda all’epoca fece enorme scalpore. Erano infatti coinvolte alcune celebrità del panorama francese: l’attrice Marie Trintignant (figlia dell’attore Jean-Louis) e il cantante dei Noir Désir, Bertrand Cantat.
Era la notte del 26 luglio 2003 e il compagno della donna l’aveva raggiunta in Lituania, dove stava girando un film. Nella loro camera, un brutale litigio e poi le tante botte, abbastanza da mandare in coma Marie Trintignant. Chiamò i soccorsi solo 6 ore dopo, quando per la donna la situazione era già gravissima.
Marie venne portata a Parigi, ma 2 interventi non poterono fare nulla. Per le percosse, riportò un grave edema cerebrale, oltre a ossa rotte e i nervi ottici distaccati. La giustizia francese condannò Cantat a 8 anni per omicidio colposo. Ora è libero, ma fa clamore il video di una tv francese.
Il racconto dell’assassino
In occasione della settimana contro la violenza sulle donne, la tv francese M6 ha condiviso per la prima volta la deposizione che Cantat fece, il 23 agosto 2003. Il video colpisce particolarmente perché dimostra come spesso, nei casi di femminicidio, il colpevole tenda a scaricare la colpa sulla vittima. Cantat infatti disse: “È diventata molto aggressiva, isterica, mi ha dato un pugno in faccia, poi sul collo, avevo segni dappertutto“. Di questi segni, tuttavia, non c’è traccia nei referti medici. La frase che più sta facendo clamore, è quella in cui l’assassino di Marie Trintignant dice: “Nessuno ha pensato che l’aggressività potesse venire da qualcun altro che da me“.
La descrizione della violenza
Cantat, quella notte, descrisse con grandi gesti delle mani le forti sberle che diede alla compagna, quelle che la mandarono in coma. “Ho agito in preda alla rabbia e da lì ho cominciato a schiaffeggiarla – dice l’ex leader dei Noir Desir – Non erano piccoli ma grandi schiaffi, non posso mentire“. Sul corpo di Marie furono trovati almeno 20 colpi, alcuni dovuti ad oggetti pesanti: “Avevo anelli sulle dita. Erano grandi colpi come questo. Quattro, cinque, sei volte. Forte” dice, mentre agita le braccia.
“Ho cercato di buttarla sul divano, ma è caduta accanto, e ha battuto la testa” è stata la difesa di Cantant, poi accusato solo di omicidio colposo. Sul posto arrivò il fratello della vittima, ma venne dissuaso dal cantante dal chiamare i soccorsi: “Diceva che bisognava lasciarla dormire, che sarebbe passato tutto con un’aspirina al suo risveglio. Sembrava sincero e non ero troppo preoccupato perché non c’erano tracce di sangue“.
La difesa del fratello
A fare particolarmente clamore, sono anche le frasi del fratello di Bertrand Cantat, che intervistato da M6 difende lo stesso per l’omicidio della compagna. Anche lui colpevolizza la vittima: “Nel mondo dello spettacolo aveva la reputazione di essere una persona squilibrata, fragile e addirittura violenta. Era la ragazza giusta per fare festa e sesso“.
Tuttavia, nel corso del programma su M26 c’è stato spazio anche per un’altra vicenda, sempre connessa a Bertrand Cantat. La moglie Krisztina Rády si suicidò nel 2010 e in alcuni messaggi telefonici confessò alcune violenze subite dal marito. La coppia si era lasciata nel 2002, per poi tornare insieme nel 2010. All’epoca del processo, Krisztina difese l’ex marito dalle accuse.
Bertrand Cantat è uscito dal carcere proprio nel 2010 e da allora ha provato a riprendere le redini della sua carriera musicale. Dal 2014 al 2018 ha fatto parte del gruppo Détroit. Tuttavia, a seguito dell’omicidio per cui fu ritenuto colpevole sono state sempre tantissime le proteste e i boicottaggi alle sue date. Sarà ancora più complicato ora, dopo la pubblicazione della sua testimonianza di 16 anni fa.