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Rapita e abusata dal patrigno per 20 anni: 9 figli nati dagli stupri

Pubblicato: 28/11/2019 19:50

Una violenza durata per 20 anni e da cui sono nati 9 bambini. È quello che ha dovuto sopportare Rosalynn McGinnis, finchè non è riuscita a scappare, insieme ai figli, dal suo aguzzino. 

La donna, che oggi ha 35 anni, è stata intervistata dalle tv statunitensi, a cui ha voluto raccontare i terribili momenti passati

È stata rapita nel 1997

Rosalynn era stata rapita, nel 1997, all’età di 12 anni dal patrigno, Henry Piette, all’uscita da scuola, in Oklahoma. Così, l’aveva portata in Messico e, durante il viaggio, aveva costretto la ragazza a sposarlo. Fin da subito, l’uomo aveva sottoposto Rosalynn in una condizione di schiavitù, durata per 20 anni, durante i quali la ragazza era stata abusata sessualmente, picchiata con mazze da baseball, un fucile, assi di legno, bottiglie di birra e torturata quasi tutti i giorni. All’età di 15 anni, la ragazza aveva dato alla luce il primo figlio, nel retro di un furgone. Poi, gli altri 8. 

Comunque, il patrigno aveva costretto la ragazza e i figli a vivere in condizioni di estrema indigenza e a chiedere l’elemosina, in quanto lui spendeva i soldi in droghe e alcol.

La fuga

Tre anni fa, la svolta. Mentre erano al supermercato, Rosalynn, Piette e i bambini avevano incontrato una coppia. “Mi ricordo che io e Henri eravamo con i bambini a fare la spesa, ma non avevamo neppure i soldi necessari per comprare qualcosa. – ha raccontato la 35enne – Poi, queste persone hanno iniziato a parlarci e ci hanno pagato loro la spesa. Hanno chiesto dove vivevamo, ma Henri era il tipo che teneva sempre lontana la gente. Loro hanno immediatamente capito che qualcosa non andava e hanno deciso di aiutarmi. Henri li ha allontanati e tutti noi siamo andati via, ma loro sono riusciti a trovarci. Quando mi hanno incontrata, mi hanno assicurato che avrebbero fatto qualcosa per aiutarmi a scappare”. 

Da quel momento, era riuscita a trovare il coraggio per scappare. Aveva, dunque, racimolato quanti più soldi possibile ed era fuggita a Oaxaca City, insieme ai bambini. Qui, aveva contattato il National Center for Missing & Exploited Children, ovvero il Centro Nazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati, che l’aveva messo in contatto con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Messico. 

La condanna

Nel settembre 2017, un anno dopo la fuga di Rosalynn, Henri Piette è stato arrestato in Messico ed è stato condannato in riferimento al rapimento. Attualmente, si attende che la Corte si pronunci in merito alle violenze sessuali. 

L’uomo, infatti, ha sempre negato il fatto, sostenendo che fossero rapporti consensuali: “Sono bugie. Non ho mai violentato nessuna bambina. Ho fatto l’amore con mia moglie, eravamo sposati”. 

“Li avrebbe uccisi”

Per la prima volta, però, Rosalynn McGinnis ha deciso di raccontare la sua storia, di cui erano all’oscuro pure i figli. Ha dichiarato: “Non volevo farli crescere sapendo quanto io stavo soffrendo. Ho mantenuto il segreto fino a quando non siamo riusciti a fuggire dal Messico, per tornare a casa, negli Stati Uniti. Fosse stato per Henri, li avrebbe uccisi tutti, li avrebbe trattati come bestie se non ci fossi stata io. Qualsiasi tipo di abuso che vi venga in mente, lui l’ha fatto a me”. 

In merito alle violenze negate dall’uomo, la 35enne ha risposto: “Quando si è bambini non si capiscono certe cose. Poi, quando si è adulti, si guarda indietro e tutto diventa chiaro”. 

Inoltre, ha chiarito che l’uomo aveva fatto tutto questo per un dispetto nei confronti della madre. La donna, con cui aveva avuto una lunga relazione, lo aveva lasciato, dopo aver saputo degli abusi commessi dall’uomo nei confronti della figlia. Infatti, secondo quanto raccontato, gli stupri erano iniziati un anno prima del rapimento, quando ancora il patrigno conviveva con la madre.