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“Cosa so di quella bomba!”. Lo sfogo clamoroso di Sigfrido Ranucci

Pubblicato: 04/11/2025 16:25
Ranucci bomba cosa so

È il giorno dell’audizione per Sigfrido Ranucci, conduttore di Report e volto storico di Rai 3, ascoltato questa mattina in Commissione Antimafia nell’Aula del quinto piano di Palazzo San Macuto. L’incontro è stato convocato dopo il grave episodio del 16 ottobre, quando un ordigno esplosivo distrusse la sua automobile e quella della figlia, parcheggiate sotto casa. A oggi, i responsabili dell’attentato restano ignoti.
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Prima dell’audizione, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha chiarito il senso dell’iniziativa: «È un atto di solidarietà per l’attentato, un segnale di sostegno a chi ha subito un gesto così grave. Poi vedremo se da questo incontro potranno emergere elementi di chiarezza, sarebbe prezioso».

Durante la seduta, Ranucci ha ricostruito le settimane precedenti all’esplosione e le circostanze dell’attacco, parlando con la consueta lucidità ma non nascondendo la preoccupazione per la violenza del gesto. «Dal giorno dell’attentato non ho ricevuto altre minacce», ha precisato, sottolineando come il clima intorno alla vicenda resti denso di domande senza risposta.

L’attentato del 16 ottobre e il rischio scampato

Il giornalista ha ricordato quei momenti con parole che lasciano intendere la gravità della situazione: «Le auto sono a gas e se esplose, chissà cosa sarebbe successo: forse sarebbe crollata l’intera palazzina». Poi ha aggiunto, con tono fermo: «Non era certo un fuoco d’artificio».

L’ordigno, secondo quanto riferito da Ranucci, avrebbe potuto provocare una tragedia di proporzioni ben più ampie. «Stiamo aspettando i risultati delle analisi sulla polvere usata nell’esplosivo. Da quello che mi risulta è sicuramente qualcosa di diverso dai fuochi d’artificio, come qualcuno ha provato a sostenere. C’è chi ha anche detto che la bomba non fosse diretta a me, o addirittura che potessi essermela piazzata da solo. In quel caso sarei stato davvero scemo, visto che l’unica macchina non assicurata contro incendi e atti vandalici era proprio quella colpita».

Un riferimento amaro alle ipotesi circolate nei giorni successivi all’attentato, che il giornalista ha voluto smentire con decisione. «Al di là di tutto questo – ha proseguito – emerge che l’ordigno era qualcosa di più che rudimentale. Vedremo la natura della polvere pirica, ma si tratta di un quantitativo di esplosivo abbastanza importante. E tengo a ribadire che non si è sottolineato abbastanza quanto grave sarebbe stato se le auto, entrambe a gas, fossero esplose».

Le indagini e i temi scomodi di Report

Nell’audizione, Sigfrido Ranucci ha ricordato come solo due giorni prima dell’attentato avesse lanciato i temi della prima puntata di Report, tra cui un’inchiesta sull’infiltrazione della ’Ndrangheta nel business dell’eolico e un approfondimento sulle stragi di mafia. Elementi che, secondo il conduttore, potrebbero non essere casuali rispetto al momento scelto per l’attacco.

attentato a sigfrido ranucci

Pur non volendo trarre conclusioni affrettate, il giornalista ha lasciato intendere che il lavoro di Report continua a toccare interessi delicati e a mettere in luce dinamiche criminali di grande portata. «Non so a quale contesto ricondurre questo fatto», ha ammesso, «ma è chiaro che non si tratta di un gesto casuale».

Le indagini sull’esplosione proseguono, con la Polizia di Stato e i Carabinieri impegnati nell’analisi dei reperti trovati sul luogo dell’attentato. Il conduttore ha voluto ringraziare le forze dell’ordine per il sostegno e la protezione ricevuta in questi giorni difficili: «Ringrazio gli uomini della Polizia e i Carabinieri che incontro ovunque vada, anche durante le presentazioni del mio libro. Mi hanno sempre garantito la massima sicurezza».

Solidarietà e ricerca della verità

L’audizione in Antimafia non è servita solo a raccogliere elementi utili alle indagini, ma anche a ribadire l’importanza di tutelare la libertà di stampa. Le parole di Ranucci hanno toccato la sensibilità di molti parlamentari, che hanno espresso solidarietà per l’attacco subito e riconosciuto il valore del lavoro giornalistico d’inchiesta.

La vicenda resta aperta, ma la testimonianza del conduttore di Report ha contribuito a riportare l’attenzione su un tema cruciale: la sicurezza di chi, ogni giorno, racconta verità scomode e affronta poteri oscuri.

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Ultimo Aggiornamento: 04/11/2025 18:23

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