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Una grotta di 5 milioni di anni ospita oltre 30 specie sconosciute all’uomo

Pubblicato: 30/11/2019 11:19

Si chiama Grotta di Movile, si trova in Romania e per gli esperti è un ambiente unico al mondo. Formatasi 5 milioni di anni fa, è rimasta talmente isolata da avere al suo interno decine di specie sconosciute all’uomo.

Scoperta nel 1986

Nel distretto di Costanza, a poca distanza dal Mar Nero, esiste un luogo unico per le sue caratteristiche: la Peştera Movile. Fu scoperta nel 1986 durante uno scavo: si tratta di una grotta che si trova alla fine di un pozzo di 18 metri in profondità, sotto una cava. La grotta ha 5 milioni di anni e proprio il suo isolamento le ha garantito delle condizioni uniche dal punto di vista evolutivo e dell’ecosistema ospitato. Il sistema è talmente delicato che l’accesso è consentito agli esperti solo per 2 ore al mese, protetti da speciali attrezzature. L’intera grotta romena è protetta da una Legge sulla protezione dell’ambiente. Al suo interno, sono state scoperte numerose specie mai viste prima.

La caratteristiche della Grotta di Movile

Per parlare della questione, The Social Post ha intervistato in esclusiva Stefano Broccoli, ex project manager GEMS (Genetically Engineered Models& Services). Lo stesso ha spiegato le peculari condizioni della grotta. “Essendo rimasta in gran parte isolata per svariati milioni di anni c’è stato il tempo per far sì che le specie si siano evolute secondo questo ambiente, raro da trovare in natura aperta” ha raccontato. Nel dettaglio, questa grotta è ricca di “anidride carbonica, zolfo, solfuri, solfati ed è invece molto povera di ossigeno“. C’è un altro elemento fondamentale, che ha reso questa grotta così unica: “È un ambiente privo di luce, quindi non si possono formare vegetali fotosintetici, quelli che sono alla base della principale catena alimentare in natura“.

Le creature della grotta “funzionano” in modo diverso

Il dettaglio dell’assenza di luce ha costretto queste specie animali a operare in modo diverso per garantire la propria sopravvivenza: “Qui ci sono dei batteri chemiosintetici, ossia sintetizzano molecole inorganiche in organiche, da cui traggono energia per sostenersi e riprodursi“. Di questi batteri si nutrono numerosi animali, sia acquatici che terricoli.
L’ambiente è raro, ma non unico: sono molti i luoghi ostili della Terra, come dorsali oceaniche, laghi sommersi o sotti i ghiacci dell’Antartide. Comunque sia, la vita trova sempre il modo per emergere.

Le specie sconosciute

Nella grotta sono presenti specie di molluschi, crostacei e sanguisighe, ma anche isopodi, collemboli, millepiedi e altri invertebrati. Anche qui vige la regola naturale: il più grande mangia il più piccolo. La particolarità della Grotta di Movile, tuttavia è che essendo stata quasi completamente isolata per 5 milioni di anni ospita delle specie “endemiche“, ossia appartenenti solo a quell’ambiente e mai viste in altri luoghi. Stefano Broccoli ha chiarito i numeri della scoperta: “Oltre il 70% di organismi terricoli sono unici, quelli acquatici il 28%. Questo vuol dire che è più facile per gli organismi acquatici accedere alla grotta rispetto a quelli terrestri, tramite sifoni e canali di perforamento“. Animali che hanno alcune caratteristiche particolari, come mancanza di colore e ciecità nello stadio adulto. Aspetti, rari, ma non unici: “Si tratta di convergenza evolutiva: specie diverse adottano gli stessi sistemi evoluti per sopravvivere in un ambiente simile“.

L’importanza della scoperta per l’uomo

Oltre all’aspetto ambientale, la Grotta di Movile è importante anche per l’uomo. Dal momento che le creature presenti sopravvivono grazie a un diverso sistema come la chemiosintesi, “aiuta a capire che esistono alternative di sussistenza vitale negli ambienti ostili“. Mettendo da parte l’antropocentrismo, insomma, “la vita esiste e resiste anche in ambienti senza luce né ossigeno, in cui la respirazione avviene tramite altri processi“.
Di fronte queste condizioni, gli orgasmi hanno trovato il modo per “funzionare con un altro genere di carburante come l’azoto e lo zolfo“. Una risorsa che potrebbe dimostrarsi utile anche per l’uomo, nel caso in cui ci si ritroverà a fare i conti con ambienti ostili e difficili da poter affrontare per i nostri canoni.