Vai al contenuto

Minacce di morte al ‘cane unicorno’, nato con la coda sulla fronte

Pubblicato: 06/12/2019 18:20

Narwhal è diventato famoso in tutto il mondo come il ‘cane unicorno’. È nato con la coda sulla fronte, una formazione che, secondo i veterinari che si occupano di lui dopo il ritrovamento, non gli darebbe alcun fastidio. È uno scricciolo di bellezza e amore che osserva tutto con la curiosità propria della sua tenera età, pronto a trovare una famiglia. In realtà, l’associazione che ha aperto la corsa all’adozione ha dovuto interromperla bruscamente a causa di terribili messaggi rivolti all’animale da alcuni ignoti soggetti online. Minacce di morte che hanno spinto alla decisione di bloccare tutto.

Il ‘cane unicorno’, storia di un abbandono

Narwhal, ormai per tutti il “cane unicorno”, è diventato famoso in tutto il mondo per la particolarità della sua fronte, dove si è sviluppata una coda che, assicurano i veterinari, non gli crea alcun problema.

I volontari dell’associazione cinofila Mac’s Mission lo hanno trovato nel novembre scorso, mentre vagava per le strade di una città del Missouri. Abbandonato e indifeso, ha potuto scoprire la parola ‘amore’ in un mondo di coccole e attenzioni, proprio grazie alle cure di chi lo ha salvato.

Il nome, che tradotto è ‘Narvalo’, gli è stato dato proprio in riferimento alla curiosa codina tra gli occhi, che richiama l’omonimo cetaceo dotato di un dente molto simile a una vite, proprio come il mitico unicorno.

Rochelle Steffen, fondatrice dell’associazione, ha condiviso sui social tantissimi aggiornamenti sul dolcissimo cucciolo, compreso il terribile retroscena delle minacce lanciate online al piccolo.

Narwhal ha trovato una famiglia

Gli insulti e le minacce a cui il cucciolo è stato sottoposto sul web, da parte di alcuni utenti, hanno alimentato gli interrogativi dei volontari dell’associazione.

Centinaia le richieste di adozione che hanno raggiunto l’associazione, tutte infine cestinate per paura che, dietro messaggi di amore e disponibilità a prendersene cura, si potesse celare la mano di qualche malintenzionato.

Per questo, la direttrice Rochelle Steffen ha scelto l’unica via possibile: tenerlo con sé, e inserirlo addirittura in un programma in cui sarà lui ad aiutare gli altri cani in difficoltà, con percorsi mirati al reinserimento.

Siamo molto preoccupati per gli stupidi commenti che abbiamo letto, resterà con noi“, ha dichiarato la donna. Lieto fine, dunque, come quello che ha come protagonisti i cani salvati in Italia, nel Veronese. Murati vivi in un casolare, lasciati a morire di fame e sete, sono stati strappati a morte certa dai volontari della Lav.

*immagine in alto: fonte/Facebook Mac the Pitbull, dimensioni modificate