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Pedofilo paga una donna per violentare una bambina: condannati entrambi

Pubblicato: 10/12/2019 12:27

La polizia inglese ha scoperto una rete di pedofilia dagli aspetti brutali. È stata condannata una 33enne, pagata da un pedofilo per abusare sessualmente di una bambina di meno di 13 anni.

La scoperta tramite un’altra stupratrice

La National Crime Agency del Regno Unito ha condotto un’indagine che ha portato all’arresto di 3 persone accusate di pedofilia e violenza sessuale. A far partire l’indagine, riferisce il Mirror, l’arresto di una cittadina britannica residente a Cipro. La 30enne si chiama Jodie Little, conosciuta in rete come “Devil Bitch 666” e “DomTabooSlut“: veniva pagata per violentare dei bambini e poi postare tutto online in cambio di soldi. La donna è stata rimpatriata e condannata a 12 anni e 4 mesi di carcere.
Tramite lei, la polizia è risalita ad un suo cliente, il 30enne ingegnere automobilistico Dean Petley. La National Crime Agency ha così analizzato i suoi hard disk, arrivando ad un’altra tremenda scoperta.

Ha pagato 2.000 sterline per veder violentare una bambina

Petley non era nuovo alle forze dell’ordine: come riporta il Mirror, era già stato arrestato nell’ottobre del 2018 e a maggio 2019 erano emerse nuove prove a suo carico. Sui suoi hard disk, la polizia ha trovato numerosi video, tra cui quello da 10 minuti in cui si vede una donna abusare sessualmente di una ragazzina molto giovane, meno di 13 anni. Presenti anche numerose foto, con date risalenti anche al 2016.
Si è così risaliti alla 33enne Christine Callaghan di Bexhill (East Sussex), accusata di violenza sessuale su minore. La donna sarebbe stata pagata 2.285 sterline (poco più di 2700 euro) per violentare una bambina. Il tutto mentre sotto gli occhi di Dean Petley, collegato su Skype anche per dare istruzioni su come performare lo stupro.

La donna si è dichiarata colpevole

A seguito dell’arresto, la 33enne Christine Callaghan si è dichiarata colpevole di almeno quattro accuse di stupro su minore. Per questo motivo non solo è stata iscritta nel registro dei trasgressori sessuali, ma nei suoi confronti è stata anche emesso un Sexual Harm Preventon Order (Ordine di prevenzione del danno sessuale), misura per cui non potrà trovarsi nelle vicinanze di minori. È stata condannata a 6 anni di carcere. Petley, invece, si è dichiarato colpevole per 11 capi d’accusa ed è stato condannato a 8 anni.

Alla luce del caso, la polizia ha tenuto a ribadire i pericoli derivanti dalla pedofilia e da Internet. Un monito che riporta ad un altro caso, quello di una madre che riconosciuto la figlia tramite un video su Pornhub, postato dal pedofilo che l’aveva rapita.