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Terra dei fuochi, trovati metalli pesanti nei malati di cancro

Pubblicato: 16/12/2019 12:27

Uno studio effettuato da un team della Temple University, in collaborazione con il centro CROM di Mercogliano, ha concluso che ci sarebbe una scientifica e dimostrabile correlazione tra i tumori in alcuni comuni del napoletano ed i metalli presenti della terra dei fuochi.

Lo studio e il legame con i metalli

I soggetti esaminati sono 10: si tratta di pazienti oncologici che risiedono nel comune di Giugliano (uno di quelli in cui è presente una delle più alte percentuali di malati). Insieme a loro sono stati analizzati 27 soggetti sani e 85 pazienti oncologici che arrivavano da altre zone d’Italia. In tutti è stato analizzato il quantitativo di metalli nel sangue ed è stato dimostrato che nei pazienti di Giugliano era presente una grande quantità di cadmio e mercurio.

Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro della Temple University, ha coordinato lo studio ed ha successivamente dichiarato all’Ansa: “Le nostre analisi hanno mostrato che nei pazienti di Giugliano i livelli ematici di cadmio e mercurio, così come quelli dei metalli generali, erano statisticamente più alti rispetto ai controlli sani“.

Il legame con la gestione dei rifiuti

Giordano va poi oltre, sottolineando un nesso tra la gestione dei rifiuti e l’incidenza del cancro: “Considerando che i metalli pesanti possono essere rilasciati nell’ambiente a causa di un’errata gestione dei rifiuti e dato che Giugliano è noto per avere molti siti illegali di smaltimento dei rifiuti i nostri dati potrebbero fornire un ulteriore supporto alla possibile associazione tra esposizione a rifiuti pericolosi e aumento del rischio di sviluppo del cancro“.

In particolare lo studio ha osservato che a svilupparsi sono alcune tipologie di neoplasie in particolare: si parla di tumori vescicali, polmonari, del fegato, del cervello, della laringe e della pleura.

Terra dei fuochi: un incubo dagli anni 2000

Erano gli anni 2000 quando si cominciò a parlare di “Terra dei fuochi” per indicare un territorio che andava da Napoli a Caserta e nella quale si era verificato per anni e anni l’interramento di rifiuti tossici o rifiuti speciali. In alcuni casi non si parlava d’interramento bensì di roghi di rifiuti. Fu in quegli anni che per la prima volta si parlò, a livello ipotetico, di una connessione tra i casi di tumore (soprattutto nella fascia infantile) e la gestione dei rifiuti.