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Neonata morta nel Tevere: chiesta l’archiviazione, la madre resta ignota

Pubblicato: 29/12/2019 16:12

Il ritrovamento del corpicino di una neonata nel Tevere aveva scosso e molto l’opinione pubblica. La piccola era nata da 24h e le indagini hanno cercato di risalire alla madre o a chi possa aver compiuto quel terribile gesto. Mesi di ricerche, senza però alcuna soluzione: l’inchiesta verrà archiviata.

Trovata da un pescatore

Era luglio quando un pescatore aveva fatto la tragica scoperta. Camminando lungo le rive del Tevere, a Mezzocamino (Roma), aveva visto uno strano fagotto. Insospettito aveva controllato e scoperti la tragica verità: il corpo morto di una neonata piccolissima. “Mi fa male al cuore” aveva detto, raccontando la vicenda e descrivendo con le lacrime agli occhi il cordone ombelicale ancora attaccato.
Sulla piccola, nata da circa 24h, erano state riscontrate alcune ferite sulla nuca, ma la causa della morte era stata annegamento. Dopo il ritrovamento si è subito cercato di rintracciare chi potesse aver gettato il suo corpicino dal ponte monumentale Mezzocammino. Sulle prime, si era vagliata la pista di una prostituta e di una gravidanza indesiderata.

Le indagini avevano portato ad una sospetta

La Procura aveva avviato un’inchiesta per risalire all’autore dello sconsiderato e straziante gesto. Si cercava di dare un volto e quindi una responsabilità penale a chi aveva deciso di prendere il corpo di una neonata e gettarlo nel fiume.
Dopo 2 settimane dall’inizio delle indagini che si erano concentrate su donne che avessero appena partorito nel Lazio, ricorda Il Messaggero, gli inquirenti avevano iniziato a verificare la posizione di una giovane rom, residente in quell’area. La donna si era presentata in ospedale per una grave infezione che era compatibile con una gravidanza. Lei aveva affermato di aver avuto un’aborto, ma non c’è stato modo di verificare fino in fondo quella versione né in un verso né nell’altro.

Le analisi del DNA

Sì è tentata anche la strada del DNA per risalire alla madre o a chi potesse averla gettata via, facendola annegare nel Tevere. Per farlo, la Procura si era avvalsa di un esperto in genetica forense, Emiliano Giardina, lo stesso del famigerato caso di Yara Gambirasio, in grado di dare associare il nome di Massimo Bossetti alle tracce di Ignoto 1.
Neanche lui, tuttavia, è riuscito a trovare alcuna compatibilità. Per questo la pm Silvia Santucci si ritrova ora costretta a proporre l’archiviazione del caso. Toccherà al gip decidere, ma in assenza di prove o una traccia precisa è difficile che l’indagine possa proseguire.

La bimba resterà senza nome, senza origine e la sua morte senza verità. Al suo funerale avevano partecipato circa 300 persone, sconosciuti che hanno deciso di starle accanto nell’ultimo di una vita mai iniziata per davvero.