Non c’è pace tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Durante la conferenza stampa di fine anno, il premier ha attaccato il leader della Lega: “È insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership“, aveva sottolineato. La replica arriva un giorno, durante un comizio.
Intanto Conte assicura: “Non voglio fondare un partito, ma dare un contributo concreto al Paese” e “dopo questo mio intenso coinvolgimento, non vedo un futuro senza politica“, ha rivelato in un’intervista a La Repubblica.
L’attacco di Salvini
Durante un comizio a Bergamo, il leader della Lega ha risposto al Premier: “Conte è una persona che vive male, è ossessionata da me: si alza la mattina e va a dormire pensando a me“. Appena sabato, Conte aveva parlato di una maratona di governo lunga tre anni, Salvini, naturalmente non è d’accordo: “Non arriva neanche al primo chilometro. L’ostacolo sarà la realtà, c’è una situazione economica preoccupante“. E ancora: “Noi al governo ci torniamo con il voto degli italiani, non con i giochini di palazzo“.
Intanto è arrivata anche la notizia di uno scorporamento: il ministero dell’Istruzione ora è diviso in due parti, quello della Scuola e quello dell’Università e alla Ricerca. I due nuovi ministri sono Lucia Azzolina, 37 anni, prima sottosegretario al ministero dell’Istruzione e Gaetano Manfredi, rettore dell’università Federico II di Napoli. Salvini è immediatamente andato all’attacco: “Molla un ministro? Ne mettono due“. E ancora: “L’amore per le poltrone di questi impostori è senza limiti”, aggiunge, “Non siamo più al governo, ma io sono orgoglioso delle scelte che abbiamo fatto, perché stare al governo per scaldare la poltrona non è per la Lega“.
Poi passa all’attacco del premier e dell’ex premier Matteo Renzi: “Vogliono tornare alla legge Fornero: faremo le barricate dentro e fuori il Parlamento. Li teniamo bloccati giorno e notte per mesi, è criminale tornare alla legge Fornero. E non permetteremo loro neanche di cancellare i decreti sicurezza: è un atto ostile contro gli italiani“.
Nuovo terreno di scontro: l’Emilia Romagna
“Non sarà una battaglia facile“, quella delle elezioni in Emilia Romagna, “ma la vinciamo. Dopo 70 anni, manderemo a casa tutta quest’allegra brigata che ha partorito una manovra tassa e manette“. E ancora: “Sapete perché vinceremo in Emilia-Romagna? Perché tanti ex elettori di sinistra ci votano tra gli operai, gli artigiani, i liberi professionisti e le partite Iva. Nelle loro sedi il Pd ha più banchieri che altri“.