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Stuprata e uccisa sul bus in India, condannati a morte gli stupratori

Pubblicato: 08/01/2020 13:15

Verranno condannati a morte i 4 stupratori a processo per la violenza sessuale, l’aggressione e l’omicidio di Yioti Singh, la 23enne morta a Nuova Delhi nel 2012. Le efferatezze compiute sulla ragazza avevano smosso un intero paese ed avevano portato alla luce una volta per tutte il problema della cultura dello stupro in India. 

Il caso che scosse il mondo

Yioti Singh, la sera  del 16 dicembre 2012, si trovava su un bus a Nuova Delhi alle 9 di sera. Era in compagnia di un amico, con il quale era andata al cinema a vedere Vita di Pi. Sull’autobus un gruppo di 5 uomini l’aveva avvicinata con l’intenzione di stuprarla: l’amico che aveva tentato di difenderla era stato massacrato di botte, mentre lei -che a sua volta aveva provato a difendersi- era stata picchiata brutalmente, stuprata dai 5 uomini e sodomizzata con una sbarra di metallo. I corpi tumefatti di Yioti e del suo amico erano stati gettati dall’autobus in corsa in mezzo alla strada: per tutto il tempo l’autista del bus aveva guidato senza dire niente.

Morta per le ferite inferte

Yioti, che aveva accusato gravissime lesioni interne -l’intestino le era uscito dal corpo per la violenza- nonché un trauma cranico  ed altre lesioni, è morta il 29 dicembre 2012. I suoi genitori, da allora, portano avanti una battaglia per i diritti delle donne violentate in India e per sensibilizzare il mondo intero sulla cultura della stupro in india. Avevano fatto scalpore, all’epoca, le parole dell’autista dell’autobus, che aveva giustificato la violenza: “La femmina è sempre più responsabile di un maschio per la violenza sessuale. Le donne per bene non se ne vanno in giro da sole a quell’ora”.

Le parole della madre

Dei sei arrestati, uno -l’unico minorenne- è stato condannato a 3 anni di carcere. Un altro è stato trovato morto suicida nella sua cella, mentre gli altri 4 verranno impiccati come da sentenza processuale. Di grande gioia le parole della madre della vittima, come riportato da Asia News International: “Mia figlia ha avuto giustizia. L’esecuzione dei 4 imputati darà forza alle donne del paese. Questa decisione rafforza la fiducia delle persone nel sistema giudiziario”.

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2020 17:15