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Affligge vip e persone comuni: che cos’è la malattia di Lyme

Pubblicato: 13/01/2020 23:16

La malattia di Lyme sta ricevendo una certa attenzione da parte dei media. Non sono pochi, infatti, i personaggi famosi che hanno ammesso di soffrire o di aver sofferto di questa patologia nel corso della loro vita, da Avril Lavigne fino a Victoria Cabello. Ultimo caso in ordine cronologico quello di Justin Bieber, che negli scorsi giorni ha rivelato pubblicamente di aver combattuto e vinto questa battaglia.

Trasmessa dalle zecche

La malattia di Lyme prende il nome dall’omonima città del Connecticut, dove si è verificata, nel 1975, la prima epidemia di cui si abbia notizia. È causata da un batterio, Borrelia burgdorferi, che infetta principalmente le zecche, le quali possono poi trasmetterlo anche all’uomo in caso di puntura. Da lì può colpire i linfonodi e diffondersi nel sangue fino ad altri organi e tessuti. Il sintomo più caratteristico è un eritema cutaneo a forma di anello, localizzato nel punto del morso, accompagnato da effetti simili a quelli dell’influenza: brividi, spossatezza, febbre e dolori muscolari. Se non trattati, questi sintomi possono peggiorare, dando origine a complicanze più gravi, come alterazioni neurologiche, lesioni miocardiche e artrite.

Casi anche in Italia

La malattia di Lyme è considerata una delle patologie infettive in più rapida diffusione in Nord America, ma non è necessariamente una prerogativa di luoghi lontani, né esotici. Secondo il portale del Ministero della Salute, che fornisce informazioni dettagliate sull’argomento, anche in Italia è stato possibile riscontrare questo fenomeno, con i primi casi osservati negli anni Ottanta in Liguria, Friuli, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Sebbene non sia facile ottenere statistiche a livello globale, il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), l’organismo di controllo della sanità pubblica americana, parla di una media approssimativa di 300mila casi all’anno solamente negli Stati Uniti.

La terapia

La malattia di Lyme è particolarmente insidiosa, perché i sintomi iniziali, così simili a quelli di un’influenza, possono portare ad una diagnosi sbagliata e, quindi, ad una sottovalutazione del problema per lunghi periodi di tempo. Per quanto riguarda la terapia, la somministrazione di antibiotici risulta solitamente molto efficace e le persone affette sono in grado di guarire completamente. Il Ministero della Salute sottolinea comunque il valore della prevenzione, raccomandando di mettere in atto misure protettive contro le punture delle zecche, sopratutto in caso di escursioni all’aperto.