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Palermo, finti ciechi e disabili: truffa all’Inps in cambio di soldi

Pubblicato: 14/01/2020 12:23

La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un collaudato sistema di truffe ai danni dell’Inps. Sono finiti in manette 2 uomini, che procuravano falsi certificati di invalidità in cambio di soldi, il tutto con la complicità di alcuni medici.

Arrestate 2 persone, 33 gli indagati

A riportare la notizia è il Giornale di Sicilia. In ottemperanza ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, i finanzieri del capoluogo siciliano hanno arrestato 2 uomini per numerosi reati. Antonino Randazzo (56 anni) e Filippo Accardo (49 anni) sono infatti accusati di: concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e traffico di influenze illecite.
I 2 uomini erano a capo di un sistema atto a truffare l’Inps, procurando ad alcune persone certificati di invalidità falsi. L’obiettivo era ovviamente ottenere la relativa pensione. Lo facevano in cambio di soldi: individuavano i più disponibili e gli proponevano la truffa. Oltre a loro, il GdS riporta che ci sono altri 33 indagati a piede libero. Tra questi ci sono medici, membri delle commissioni dell’Asp, impiegati Inps e responsabili di Caf.

Smascherati finti ciechi che leggevano la posta

Le indagini della Finanza nell’ambito dell’operazione “Igea” ha scoperto come funzionava questo raggiro ai danni dello Stato. Una volta trovata la persona interessata, veniva messa in moto la macchina: medici compiacenti redigevano certificati di invalidità falsi, quindi i finti invalidi venivano istruiti su come comportarsi durante le visite di controllo. “Fagliela ancora più pesante” – si sente nelle intercettazioni – l’ultima volta gliel’hanno rigettata“.
Grazie agli appostamenti, la Guardia di Finanza ha scoperto finti ciechi che leggevano la posta e paralitici che andavano a ballare o che guidavano la macchina, riferisce il GdS.

Disposto il sequestro di 100mila euro

L’enorme truffa ai danni dell’Inps e dello Stato ovviamente era finalizzata a trarne un profitto. Non solo da parte delle persone che ricevevano la pensione di invalidità, ma anche dei procacciatori di clienti e tutti gli ingranaggi del sistema. Il Gip, assieme all’ordinanza di custodia, ha richiesto anche il sequestro di 100 mila euro. Questi soldi venivano chiesti solitamente a fine procedura, quando l’Inps erogava gli arretrati dalla data di domanda di invalidità.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 12:14