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Chi è Raphael Gualazzi: un’anima jazz al Festival di Sanremo

Pubblicato: 15/01/2020 17:11

Tra i nomi del prossimo Festival di Sanremo, giunto alla 70esima edizione, ci sarà anche quello di Raphael Gualazzi, il cantautore di Urbino già vincitore della categoria giovani nel 2011. La partecipazione al Festival sarà non solo l’occasione per presentare la sua ultima canzone, ma anche l’album che uscirà a febbraio, seguito da un tour nei teatri italiani. Il titolo della canzone, Carioca, rappresenta bene la sintesi di quel percorso, fatto di fusioni fra generi, arrangiamenti e sonorità diverse che l’artista sta portando avanti fin dall’inizio della propria carriera.

Raphael Gualazzi: gli esordi tra jazz e blues

Classe 1981, figlio d’arte (il papà Velio è stato uno dei fondatori degli Anonima Sound, gruppo progressive rock degli anni ‘60 e ‘70), Raphael Gualazzi frequenta il conservatorio di Pesaro, dove ha modo di incontrare quello che sarebbe poi diventato il grande amore della sua vita, il pianoforte.

Grazie ad esso esplora il repertorio degli autori jazz e blues del passato, acquisendo l’approccio eclettico che lo contraddistingue ancora oggi. Nel 2005, anno dell’album di esordio Love Outside the Window, inaugura la frequentazione dei festival jazz in giro per il mondo che lo portano all’attenzione degli appassionati. Nel 2010 la cover di Don’t Stop, il celebre successo dei Fleetwood Mac, anticipa la definitiva affermazione dell’anno successivo.

Il successo e il feeling con Sanremo

Nel 2011, la sua Follia d’amore lo fa classificare al primo posto della categoria giovani del Festival di Sanremo. Un brano talmente apprezzato che una differente versione in italiano e inglese, intitolata Madness of Love, viene presentata all’Eurovision Song Contest, classificandosi al secondo posto. Il feeling di Gualazzi con la kermesse sanremese non è casuale ed è ribadito anche nelle edizioni successive: nel 2013 Sai (ci basta un sogno) conclude in quinta posizione, mentre nel 2014 Liberi o no, il brano realizzato insieme a The Bloody Beetroots, gli vale il secondo posto.

La commistione di jazz e blues con sonorità maggiormente pop è, in fondo, uno dei segreti che permette alla sua musica di arrivare ad un pubblico eterogeneo, come testimonia L’estate di John Wayne. Il singolo è uno dei più ascoltati dell’estate 2016 e l’album che lo contiene, Love Life Peace, diventa disco d’oro, tra reminiscenze di Franco Battiato e il duetto con Malika Ayane. Il nuovo album, già annunciato per febbraio, rappresenterà un’ulteriore tappa di questo percorso di ricerca e sperimentazione, non prima, chissà, di un altro successo sanremese.