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Desirée, stuprata e uccisa a 16 anni: “È toccato a noi avvertire la madre”

Pubblicato: 20/01/2020 12:25

È iniziato da pochi giorni il processo per il drammatico omicidio di Desirée Mariottini, la giovane trovata morta, drogata e violentata in uno stabile a Roma. Per la sua morte sono accusate 4 persone, che ora potrebbero perdere il patrocinio gratuito degli avvocati.

La tragica morte di Desirée Mariottini

La vicenda di cronaca nera di Desirée Mariottini ha fatto rabbrividere, per via della sua giovane età e della brutalità della sua morte. Desirée è morta il 19 ottobre 2018, quando aveva 16 anni. La madre aveva cercato più volte di farla ricoverare in comunità, ma senza successo. Il Sert mi ha detto che se lei non voleva non si poteva fare un percorso” ha raccontato Barbara Mariottini.
Così, in qualche modo ancora avvolto dal mistero, Desirée si è ritrovata in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo, dove 4 uomini l’avrebbero drogata, violentata a turno e quindi lasciata a morire. I nomi degli indagati sono: Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe.

Le prime testimonianze al processo

Il mese scorso è ufficialmente iniziato il processo nei confronti dei 4 imputati per la morte di Desirée. Nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza e si sono potute sentire le prime testimonianze sul caso. Tra queste c’è stata la dottoressa Anna Passalacqua, presente nei primi attimi dopo la scoperta del cadavere. “Quando siamo arrivati, Desirée era avvolta in un piumone – le sue parole riportate da numerose fonti – L’avevano lasciata in una stanza abbandonata, deserta, non c’era più nessuno. La ragazza era morta da non più di sei ore. Allora le ho congiunto le mani sul petto“. Una ricostruzione struggente, che sottolinea la solitudine nella quale è morta la giovane Desirée.

La difficile identificazione del corpo

A seguire, sono stati sentiti anche gli operatori del 118 arrivati allo stabile dopo la segnalazione anonima che c’era il corpo di una ragazza riverso a terra. Dopo il ritrovamento, hanno avvisato le forze dell’ordine, cui è spettato un ingrato compito. “Le procedure per identificare Desirée sono state complesse – le parole riportate di un agente del commissariato di San LorenzoÈ toccato a noi avvertire la madre“,. Proprio la stessa madre che a lungo aveva cercato di aiutare la figlia e che mercoledì prossimo potrà offrire la sua testimonianza al processo.

Revocato il patrocinio gratuito agli avvocati

C’è già stata una prima svolta inattesa nel processo per l’omicidio di Desirée. I 4 imputati, accusati a vario titolo di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori, forse non potranno più contare sui loro avvocati difensori.
Il Corriere della Sera riporta infatti che la Corte d’Assise avrebbe revocato il patrocinio gratuito agli avvocati. Il motivo è dovuto al fotosegnalamento: non ci sarebbe sicurezza sulla corrispondenza tra identità fisica e nominativa degli imputati. L’avvocato di Alinno Chima ha già annunciato ricorso.