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Roma, assente dall’ufficio da 20 anni perché “sempre incinta”: la truffa all’Inps di una 50enne

Pubblicato: 21/01/2020 12:43

Una storia che ha dell’incredibile ma che soprattutto, lascia particolarmente interdetti. Al centro dell’attenzione e nel mirino delle indagini dei Carabinieri, una donna di 50 anni che non si recherebbe al lavoro dal lontano 2000. 20 anni di gravidanze, tutte molto difficili e che sono, ad oggi, difficili da provare. Aborti e gravidanze che le avrebbero impedito di lavorare ma che, al tempo stesso, le avrebbero permesso di incassare circa 100mila euro di assegni di maternità.

“Sempre incinta” da 20 anni, si indaga sulla maxi truffa

Più che furbetta del cartellino sembrerebbe una “furbetta del pancino” e di ironico in questa vicenda non vi è nulla. Ha dell’assurdo e del surreale la vicenda sulla quale sono chiamati ad indagare gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, li stessi che dopo aver pedinato e fotografato la 50enne avrebbero raccolto le prime prove volte ad incastrarla. Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, quella messa in atto dalla 50enne sarebbe una vera e propria truffa ai danni dell’Inps che porterebbe avanti da circa 20 anni.

12 aborti e 4 gravidanze ma i figli non esistono

Dal 2000 infatti, secondo quanto portato a galla ma ancora in corso di verifica, la donna di 50 anni per 20 anni non si sarebbe mai presentata a lavoro perché “sempre incinta”. Una serie di gravidanze, 16 in tutto, tutte molto difficili, tutte problematiche e solamente 4 di queste portate a termine.

Gravidanze costantemente minacciate dall’aborto e che avrebbero potuto mettere a serio rischio la sua salute, motivo per cui non avrebbe avuto modo di far altro che stare a casa a letto, in convalescenza e ripresa. E puntualmente, per la sua maternità, la 50enne avrebbe sempre goduto degli assegni dell’Inps. Quanto però venuto a galla ora, capovolge questo quadro e fa insorgere il sospetto che niente di tutto questo sia mai davvero accaduto e che forse, la donna, non era nemmeno la sola a sapere che non era così.

Il sospetto di un complice?

A smascherare la donna, le indagini dei carabinieri che si occupano della tutela del lavoro che così avrebbero scoperto un piano ben architettato, studiato nei minimi particolari. Un piano che sarebbe stato ideato e messo in atto dalla stessa 50enne, nonché poi l’unica cui ne avrebbe beneficiato.

Gli investigatori si domandano anche come sia possibile che la donna sia riuscita a far registrare 4 bambini all’anagrafe con tanto di nome e cognome nonostante siano inesistenti. Difficile credere, alla luce di quello che potrebbe essere stato un madornale bluff, se siano stati gli occhi ciechi della burocrazia a poter permettere tutto questo, poco attenta all’imbroglio e al sospetto, o se qualcuno abbia volontariamente permesso che ciò accadesse senza proferire parola. Si continua ad indagare per truffa.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 12:59