Non si è trattato di suicidio né di crimine a stampo malavitoso ciò che ha ucciso Vincenzo Cordì, cameriere trovato morto nella sua auto lo scorso 13 novembre. Cordì e la moglie abitavano nella zona di Roccella Jonica.
Per la sua morte sono stati infatti arrestati sua moglie, l’amante di questa ed il figlio che la donna aveva avuto in un precedente matrimonio. I 3 sono accusati di omicidio preterintenzionale e sono stati arrestati dal Gruppo Carabinieri di Locri.
Una trappola per ucciderlo
Vincenzo Cordì è moto, a quanto pare, dopo essere stato coinvolto in una vera e propria trappola. Lo scorso 12 novembre la moglie lo aveva infatti coinvolto in una passeggiata nei boschi, con il pretesto di andare a funghi. Susanna Brescia, 43 anni, da tempo aveva una relazione extraconiugale con Giuseppe Menniti, 41 anni. I due, insieme al figlio di lei Francesco Sfara, hanno organizzato un’aggressione nel bosco ai danni dell’uomo in località Scialata. Cordì è stato tramortito con nei colpi -forse è stato ucciso con una mazza di legno o simili- e poi lo hanno caricato con la macchina con cui la coppia era arrivata sul posto, una Fiat 16.
La donna, agli inquirenti, ha poi detto che probabilmente l’uomo si era tolto la vita per via della forza di depressione che l’aveva colpito nell’ultimo periodo.
Lei cercò di sviare le indagini
In realtà gli esami della scientifica hanno permesso di capire che la versione dei fatti raccontata dalla donna non stava in piedi: inoltre, è emerso che l’uomo era ancora vivo mentre veniva dato alle fiamme: nei suoi polmoni sono infatti state trovate tracce di monossido di carbonio.
Ci sono ancora alcuni dettagli che vanno chiariti: ad esempio il ruolo del giovane figlio della donna nella vicenda.