Vai al contenuto

Prescrizione: cos’è, cosa prevede la riforma e perché è oggetto di dibattito

Pubblicato: 04/02/2020 09:49

Prescrizione è uno dei termini al centro del dibattito nell’era del governo giallo-rosso. Ma di cosa si tratta e perché ha infiammato l’arena politica nazionale, sullo sfondo di un’accesa protesta da parte di avvocati e opposizioni? Vediamo l’istituto giuridico nel dettaglio e tutti i nodi venuti al pettine della riforma Bonafede, che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio.

Prescrizione: cos’è

La prescrizione comporta l’estinzione di un diritto in conseguenza del decorrere di un determinato periodo di tempo. Sul piano giuridico, scatta a seguito del mancato esercizio di un diritto entro un termine prefissato dalla legge.

Nell’ambito penale, è una causa di estinzione del reato quando è trascorso un determinato periodo di tempo senza una sentenza definitiva. Significa che, passato troppo tempo dalla commissione di un crimine, non si procede oltre e il processo termina.

La posizione di Alfonso Bonafede sulla riforma

La riforma targata Alfonso Bonafede, in vigore dal 1° gennaio 2020, prevede l’abolizione della prescrizione nei gradi di giudizio successivi al primo. Questo indipendentemente da sentenza di condanna o assoluzione.

La polemica intorno all’orientamento del Guardasigilli è infuocata, con una levata di scudi che interessa non solo magistrati e avvocati, ma anche le forze politiche in modo trasversale e bipartisan.

Il ministro Bonafede sostiene con forza la riforma, come ribadito ai microfoni di SkyTg24: “Finalmente riduce i tempi del processo penale, con un tempo massimo di quattro anni“. La riforma, secondo il Guardasigilli, è fondamentale per evitare l’ipotesi di impunità.

Sullo sfondo del durissimo scontro tra M5S e Italia Viva, ci sono le proteste degli addetti ai lavori che non smettono di puntare il dito contro il rischio di un ‘fine processo mai’. La replica del ministro della Giustizia su questo dibattito è arrivata anche con un lungo post su Facebook, datato 2 febbraio, in cui ha detto di essere aperto al dialogo ma senza accettare “ricatti e minacce da nessuno.

“Vado avanti! Io non credo che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, ci mancherebbe (…). Per troppi decenni, persone oneste di questo Paese hanno ingoiato il boccone amaro della prescrizione, simbolo di uno Stato che si rassegna rispetto alla propria incapacità di dare una risposta di giustizia in tempi celeri garantendo i diritti di tutte le parti. La riforma del processo penale (commentata quotidianamente da persone che non l’hanno mai letta) accelera questi tempi. Ed è su questo “cantiere” che stiamo lavorando”.

Post Facebook di Alfonso Bonafede sulla prescrizione
Post Facebook di Alfonso Bonafede sulla prescrizione

Le posizioni contrarie

Nel pettine della riforma Bonafede ci sono i nodi delle posizioni contrarie di quanti, tra politici, magistrati e avvocati, si oppongono all’orientamento del Guardasigilli in materia di prescrizione. Il testo ha creato una profonda frattura tra chi ne sostiene la bontà e chi, invece, vi intravede lo spettro di un ulteriore ‘congelamento’ nella macchina della giustizia.

Secondo alcuni non ridurrebbe i tempi dei processi penali nei 3 gradi di giudizio (oggi della durata media di 4 anni e mezzo, 1.600 giorni). All’orizzonte, secondo il moto opposto all’orbita della riforma Bonafede, ci sarebbe il concreto rischio di rendere “eterno” l’iter processuale.

Ed è proprio in questo scenario che le distanze tra pentastellati e Italia Viva di Matteo Renzi si sono fatte siderali, con riflessi ancora tutti da decifrare in seno alla maggioranza. Quest’ultima ha chiesto il rinvio della decisione sulla proposta di legge abrogativa portata avanti dal forzista Enrico Costa.

Ma gli emendamenti al Milleproroghe del filone renziano sono alle porte e l’ex premier Renzi ha lanciato un avvertimento: se non ci sarà una soluzione d’intesa in una settimana (verosimilmente entro la metà di febbraio), Italia Viva è pronta a votare in Parlamento il ddl Costa.

Renzi chiede che prima venga approvato il lodo Annibali sulla prescrizione (che propone un dietrofront verso l’impianto di norme dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando oppure il rinvio della riforma di almeno un anno).

Tra i punti nevralgici c’è la protesta di magistrati e penalisti, tradotta in eclatanti manifestazioni contro la riforma in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Tra tutti i segnali di opposizione alle nuove regole di prescrizione, l’ingresso degli avvocati ammanettati a Napoli e senza toga a Messina, oltre alla plateale uscita di scena dei penalisti durante l’intervento del consigliere del Csm ed ex pm di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, al Palazzo di giustizia di Milano.

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2020 11:06