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Salma decomposta in obitorio: il dolore della famiglia

Pubblicato: 10/02/2020 12:58

Il caso della salma in avanzato stato di decomposizione all’obitorio dell’ospedale di Dolo, in Veneto, è rimbalzato sulle cronache nazionali. La famiglia, secondo quanto riportato da Gazzettino e La Nuova Venezia, sarebbe pronta a chiedere i danni all’Azienda sanitaria: “C’è stato impedito di salutare nostro figlio come avremmo voluto“.

Salma “impresentabile”: il dolore della famiglia

I familiari del giovane, deceduto lo scorso gennaio a Dolo, sarebbero pronti ad andare fino in fondo al caso che ha scosso le cronache della Riviera del Brenta.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, genitori e parenti non avrebbero potuto salutare il loro congiunto come avrebbero voluto per via delle pessime condizioni della salma che avrebbero richiesto l’immediata chiusura della bara.

Siamo rimasti offesi e indignati da questa gestione del caso da parte dell’obitorio di Dolo che, oltre a ferire noi, ha screditato ingiustamente l’impresa funebre a cui ci siamo rivolti“. Sarebbe questa una delle dichiarazioni della famiglia del defunto, secondo quanto riportato dal Gazzettino.

A detta dei familiari, pronti ad andare avanti nella ricerca di eventuali responsabilità, gli sarebbe stato impedito l’ultimo saluto al figlio: “Qui si tratta di inciviltà nella gestione delle salme, nel terzo millennio“.

La replica dell’ospedale

La famiglia, riporta La Nuova Venezia, si sarebbe così rivolta a una società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, al fine di fare luce sulla vicenda.

Il titolare dell’impresa funebre incaricato della vestizione da parte dei familiari, dopo aver segnalato il cattivo stato di conservazione della salma in obitorio, avrebbe sporto denuncia. Per contro, l’ospedale avrebbe respinto ogni addebito sostenendo che la salma sarebbe giunta lì già in uno stato compromesso, attribuendo così la responsabilità alla ditta di pompe funebri. Un rimpallo di accuse in cui tutto è ancora da chiarire.

Paolo Puricelli, della direzione degli Ospedali di Dolo e Mirano, secondo quanto riportato dal Gazzettino, avrebbe rigettato ogni accusa, assicurando la corretta condotta dell’ospedale per quanto concerne la conservazione delle salme, riservandosi di avviare un’azione legale. Nel frattempo, mentre l”Azienda sanitaria avrebbe avviato le verifiche interne, il caso continua a far discutere.