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Rinoceronte “prigioniero” in uno zoo: muore di fame e di stanchezza

Pubblicato: 12/02/2020 11:41

È morto l’ultimo giorno dell’anno Jacob, il rinoceronte nero di 28 anni che viveva nello zoo di Pont-Scorff, piccola cittadina del nord-ovest francese. La notizia è stata data solo in seguito all’autopsia effettuata su richiesta dell’Ong Rewild.

Jacob morto perché “prigioniero”

I test effettuati sull’animale hanno lasciato, secondo l’Ong, pochi dubbi sui motivi del decesso del rinoceronte nero ospite della struttura da ben 12 anni: Jacob è morto perché “era tenuto prigioniero”. I risultati dell’autopsia effettuata il 2 gennaio sono stati resi noti con un lungo post sulla pagina Facebook dell’associazione Rewild.

Jacob si è spento appena 15 giorni dopo che Rewild ha preso il controllo dello zoo. All’arrivo dell’organizzazione, uno dei veterinari dello zoo ha subito fatto il punto sulla condizione dell’animale: “Jacob è vecchio, molto malato e probabilmente vive i suoi ultimi istanti. Si pone anche la questione dell’eutanasia”.

La breve vita di un rinoceronte in cattività

Ma, come spiegano da Rewild, Jacob “non è vecchio, ha 28 anni. In natura i rinoceronti possono vivere fino a 50 anni. Il 27 dicembre 2019 un rinoceronte nero è morto di cause naturali in Tanzania, dopo aver vissuto la maggior parte della sua vita in libertà. Aveva 57 anni. Secondo i dati raccolti negli zoo, sui 173 rinoceronti neri tenuti in cattività dal 2000, 97 sono morti prima dei 20 anni (ossia il 56,07 %), dei quali 34 ancor prima  di aver raggiunto il primo compleanno (20 %)”. Aggiungendo che Jacob era malato da anni.

I risultati finali dell’autopsia hanno portato alla conclusione che “la presenza di gravi lesioni orali (tartaro, gengiviti e denti affilate che perforavano le guance) impedivano a Jacob di alimentarsi correttamente. Questa usura anormale dei denti può essere imputabile solo alla sua alimentazione, non abbastanza abrasiva rispetto alla vegetazione arbustiva della savana”. La causa della morte del rinoceronte è quindi stata “una cachessia avanzata (indebolimento dell’organismo, perdita di peso, stanchezza, atrofia muscolare), legata a una denutrizione molto importante, con totale assenza di riserva grassa“.

Una morte che sa di libertà

Jacob “è letteralmente morto di fame e stanchezza. Avrà vissuto tutta la vita in un clima inadatto alle sue esigenze, con un cibo inadeguato alle sue esigenze e in uno stato di debolezza e sofferenza direttamente indotto dalle sue condizioni di rinoceronte prigioniero. Solo la morte l’avrà liberato da una vita che sarà stata solo l’ombra di quello che avrebbe dovuto essere” è l’amara conclusione di Rewild rispetto al caso.

Uno degli obiettivi dell’organizzazione resta quello di curare gli animali con lo scopo di reinserirli gradualmente nei propri habitat naturali.

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2020 12:22